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Umbria, aumenta la produzione pro capite di rifiuti: il peggiore è il Sub ambito 3

A rendere nota la situazione del territorio regionale il rapporto di Arpa Umbria relativo al 2024. Anche la differenziazione rappresenta un tasto dolente per la Valle umbra sud, l’unico territorio a non aver raggiunto l’obiettivo fissato dal Prgr

Pubblicato il 22 Luglio 2025 12:29 - Modificato il 22 Luglio 2025 13:04

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Aumentata la produzione pro capite di rifiuti. A dimostrarlo i dati relativi alla produzione e alla raccolta differenziata dei rifiuti in Umbria nel 2024, recentemente pubblicati da Arpa. Lo scorso anno è stata, infatti, registrata una crescita pari a 17 chili per ogni residente, raggiungendo una media regionale di 538 chili pro capite, un valore più alto della media nazionale.

A spiccare anche quest’anno il territorio del Sub ambito 3 gestito da Valle Umbra Servizi, che supera di oltre 50 chili per residente la media regionale con sette comuni (Campello sul Clitunno, Preci, Vallo di Nera, Cerreto di Spoleto, Poggiodomo, Sant’Anatolia di Narco e Sellano) che vanno oltre la soglia dei 700 chili pro capite. In particolare, Sellano con 994 chili di rifiuti urbani per abitante, cioè 198 chili per residente in più rispetto al 2023. Gran parte dei rifiuti urbani, come spiegato da Legambiente Spoleto e Foligno, proviene da utenze non domestiche gestite fuori dal servizio pubblico, evidenziando come i cittadini non effettuino la raccolta differenziata né dell’umido né delle altre frazioni, con situazioni simili anche nei comuni di Cerreto di Spoleto e Sant’Anatolia di Narco, testimoniando come il servizio pubblico non sia ancora partito. Nello specifico, nel Comune di Foligno nel 2024 sono stati registrati 608 chili di rifiuto urbano pro capite per residente, con 4 chili in più rispetto al 2023 quando se ne registravano 604. Male anche Spoleto con 605 chili di rifiuti per residente.

Per quanto riguarda invece la raccolta differenziata, nel 2024 l’Umbria ha raggiunto una media del 69,6%, con un leggero miglioramento dello 0,8% in più rispetto al 2023, superando l’obiettivo del Prgr (Piano regionale di gestione dei rifiuti) fissato al 67,9%. Anche in questo caso ad emergere il Sub ambito 3, ma non per merito. Ad aver raggiunto gli obiettivi, infatti, solo tre Sub ambiti su quattro con il territorio della Valle umbra sud che resta quello più in difficoltà fermandosi al 58,6% di differenziata, non raggiungendo l’obiettivo fissato al 60,9% e confermandosi, inoltre, l’unico territorio a non esserci riuscito. Nel 2023 nel Comune di Foligno la differenziazione dei rifiuti era pari al 61,3%, un valore che è rimasto stabile anche nel 2024. 

“Oggettivamente – commentano i vertici di Legambiente Foligno e Spoleto – la lettura trionfalistica che ha dato la Valle Umbra Servizi, affermando che Foligno ha raggiunto gli obiettivi regionali perché è arrivato come comune al 61,3% di differenziata, appare in contrasto con il senso comune, visto che gli obiettivi al ribasso erano rivolti all’intero Sub ambito e non al singolo comune. Ricordiamo infatti – proseguono – che questo dato non raggiunge nemmeno l’obiettivo minimo fissato al 65% fin dal 2012 dal Testo Unico Ambientale e disattende da molti anni quelli fissati dalla precedente Legge Regionale sui rifiuti e dal piano d’ambito disatteso in ogni aspetto, sia qualitativo, sia quantitativo”. 

Passando alla raccolta e alla qualità, spiegano poi, la situazione è ancora più critica. Dal rapporto di gestione Auri emerge che le modalità di raccolta non sono omogenee e, ad oggi “non si può utilizzare il terremoto del 2016 per giustificare la mancata attivazione dei servizi di raccolta domiciliare. Eppure, in ben otto comuni della Valnerina non viene raccolta la frazione organica. In questi comuni, ovviamente, la raccolta differenziata è fortemente insufficiente: si passa da un massimo del 37% a Cerreto di Spoleto a un minimo dell’1% a Poggiodomo”. Tuttavia, anche nei comuni dove la raccolta dell’organico viene portata avanti da tempo la percentuale di materiale non compostabile è pari all’8%, il peggior dato rispetto agli altri sub ambiti e alla media regionale del 5,6%. La qualità dell’organico è peggiorata anche a Spoleto con un 12% di materiale non compostabile presente, contro il 6% dell’anno precedente. A registrare percentuali superiori al 10% anche Cascia, Castel Ritaldi e Valtopina. “Un dato – proseguono da Legambiente – che non valorizza nemmeno l’impianto di biodigestione e compostaggio di Casone a Foligno che, con una frazione organica migliore, produrrebbe meno scarti, più compost di qualità e biometano.

“I dati sulla raccolta differenziata del Sub ambito 3 – commentano Alessandra Paciotto e Marco Novelli rispettivamente presidenti di Legambiente Spoleto e Foligno – non sono affatto confortanti, nonostante qualche miglioramento come il 64,6% di raccolta differenziata a Spoleto. Il Sub ambito 3, gestito da Valle Umbra Servizi, continua a registrare pessimi risultati nella gestione dei rifiuti con percentuali ben al di sotto della media regionale e con territori, come quello della Valnerina, dove si investono ingenti risorse sul turismo green ma dove ancora la raccolta differenziata non è pervenuta. Sapere che gli aumenti della Tari – proseguono – subiti dai cittadini in questi anni, a fronte di utili in crescita del più 74,9% rispetto al 2023, non hanno portato segnali di miglioramento, ci fa pensare che le nostre amministrazioni non sono affatto interessate a incrementare le performance gestionali e i servizi per le comunità. Quanto, piuttosto a far quadrare i conti lasciando questo territorio nell’arretratezza. È necessario che i 22 sindaci del comprensorio di Foligno, Spoleto e della Valnerina si assumano la responsabilità di gestire l’azienda di proprietà pubblica per offrire un servizio con performance adeguate alla modernità e alla crescita che si stanno registrando nel resto della regione”.
Per quanto riguarda invece il resto della regione, il territorio migliore è stato quello del Sub ambito 4 (provincia di Terni), che con il 76% di differenziata si conferma il territorio più virtuoso della regione.

Riguardo ai comuni più “bravi”, come fanno sapere dalla sezione regionale di Legambiente, alcuni sono stati anche recentemente premiati da Legambiente nazionale a Roma, si tratta di Calvi dell’Umbria, Otricoli e Bettona che si qualificano per essere Comuni ricicloni, ovvero che hanno un basso valore di rifiuto indifferenziato pro capite. Anche altri comuni però stanno scalando le classifiche, in particolare tre comuni dell’area del Trasimeno: Magione, Castiglione del Lago e Passignano che hanno riorganizzato in modo efficiente il servizio di raccolta, raggiungendo in pochi mesi percentuali oltre il 72% con ottima qualità dell’organico. Anche il 78% di Terni dimostra che è possibile fare un’ottima raccolta differenziata anche su comuni con oltre centomila abitanti.

“Va ricordato – sottolinea Maurizio Zara, presidente di Legambiente Umbria – che il dato di raccolta differenziata va sempre combinato con la qualità delle raccolte. Infatti, i veri comuni ricicloni restano sempre quelli che, oltre a ottime percentuali di raccolta differenziata, hanno anche un’ottima qualità della frazione organica (con materiali estranei inferiori al 5%). Anche quest’anno in molti comuni è risultata peggiorata la qualità del raccolto dell’organico rispetto all’anno precedente, segnalando che non ci si è impegnati abbastanza. Tra questi peggiora molto Spoleto – prosegue –, che ha visto salire al 12% la quantità di materiale non compostabile presente nell’organico, mediamente in tutta la Valle umbra sud si registra un mediocre 8% medio, considerando poi anche che in Valnerina ancora non si raccoglie questa frazione in maniera differenziata. Anche a Bastia Umbra il dato è peggiorato suggerendo che forse il sistema incentrato sulle ecoisole intelligenti va ripensato perché non sta favorendo la qualità”.

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