“Settant’anni che devono concludersi il più velocemente possibile, basta proroghe”. Con queste parole pronunciate dall’assessore regionale all’Ambiente Thomas De Luca si è aperto l’incontro di partecipazione pubblica dal titolo “Il futuro del fiume Topino”, tenutosi ieri (giovedì 24 luglio, ndr) all’auditorium comunale “Cottoni” di Nocera Umbra, in via delle Scuole, alla presenza di cittadini, rappresentanti di istituzioni e amministrazioni pubbliche e aziende come Vus, Auri, Umbra Acque e il Consorzio della Bonificazione Umbra.
L’incontro del 24 luglio fa parte della serie prevista dalla giunta regionale in vista del percorso di rinnovo delle concessioni settantennali del fiume Topino scadute il 30 giugno scorso e attualmente in proroga fino al loro definitivo rinnovo.
Descritto dal sindaco di Nocera Umbra, Virginio Caparvi come “non un regolamento di conti, ma un’occasione per capire se le regole contano”, facendo indirettamente riferimenti ai 70 anni di captazioni fuori scala (corrispondenti a più del doppio dei volumi previsti dai vincoli contrattuali, ndr) dalle fonti di Bevagna e San Giovenale che hanno impoverito il fiume Topino. L’appuntamento si è svolto con la presentazione di De Luca, il quale ha aperto il dibattito sulle risorse idriche e il loro attingimento da parte delle aziende e degli enti che dal 1955 a oggi hanno operato e operano sul territorio sul quale si trovano le sorgenti del fiume, in vista del rinnovo delle concessioni sul cui iter la Regione Umbria sta lavorando.
“Il rinnovo delle concessioni di Bagnara e San Giovenale – ha spiegato l’assessore – rappresenta un momento storico. È nostro compito cercare di rinnovare le concessioni in fretta, ma è importante farlo attraverso un percorso di equità e di giustizia: non devono esistere comunità martiri, costrette a farsi carico dell’intero interesse regionale. Non possiamo pensare a un bilancio idrico ragionato su una singola città, bensì va fatto in modo sistemico”.
A partecipare al tavolo di confronto anche Sandro Rossignoli, responsabile area operazioni dell’Autorità Umbra Idrico e Rifiuti (Auri), il quale è intervenuto per spiegare come l’ente sia “disponibile a valutare un piano di rientro rispetto agli attingimenti attuali; ma va ricordato che va gestito l’equilibrio del sistema consolidatosi negli ultimi 70 anni e garantito il flusso d’acqua che lo tiene in piedi. Ci vogliono, dunque, tempo e investimenti per mettere una toppa sulla situazione attuale, soprattutto perché la diga di Valfabbrica non riuscirà a supportare questo processo prima di qualche anno”.
Tra le possibili soluzioni allo spropositato attingimento di risorse idriche dalle fonti di Bagnara e San Giovenale, che dalla montagna di Nocera Umbra danno vita al fiume Topino, sembra acquisire sempre più credito quella relativa allo sfruttamento dell’acqua del fiume Chiascio, raccolta dalla diga di Casanova. A spiegarlo sono stati sia Renzo Patacca, responsabile dell’area operazioni di Umbria Acque, che Candia Marcucci, dirigente tecnico del Consorzio della Bonifica Umbra, i quali hanno entrambi specificato come, sia al fine di ridurre le captazioni, che di sostituire completamente i flussi, la diga di Casanova rappresenti una possibile alternativa valida e concreta. “Abbiamo già iniziato – ha evidenziato Marcucci – il percorso per disconnettere i prelievi indirizzati alla vasca di San Sebastiano dalle fonti del Topino. In un paio d’anni crediamo che sarà possibile usare l’acqua del Chiascio, così da alleggerire molto le captazioni che a oggi sono vitali per il mantenimento dell’agricoltura della Valle Umbra”.
Durante l’incontro sono arrivati anche gli interventi delle amministrazioni interessate dal rinnovo delle concessioni, come quella folignate, rappresentata per l’occasione dell’assessore alle politiche ambientali Marco Cesaro, il quale ha espresso soddisfazione “per l’apertura del tavolo confronto. Non ci sono schieramenti su questo tema, a contare è solo l’interesse dei cittadini, è fondamentale affrontare insieme la questione attraverso una strategia di rete”.
Un primo incontro che ha riscosso successo sia nella partecipazione che nell’approfondimento delle problematiche e delle soluzioni, dal quale si auspica che la Regione possa trarre stimoli e ragioni per elaborare delle concessioni valide e giuste nei confronti dell’intero territorio umbro.