I parametri per l’individuazione delle aree idonee e non all’installazione di impianti a energia rinnovabile sono stati finalmente approvati e tra 180 giorni sarà a disposizione la mappatura di tutte le aree. Oggi (giovedì 9 ottobre) l’Assemblea Legislativa ha approvato in via definitiva il disegno di legge “Misure urgenti per la transizione energetica e la tutela del paesaggio umbro”, presentato dalla giunta regionale su proposta dell’assessore regionale all’Ambiente, Thomas De Luca. Tra i punti salienti del testo ci sono la promozione dell’autoconsumo, il contrasto alla povertà energetica, la facilitazione per gli impianti domestici, ma soprattutto l’incentivo alla costituzione di Comunità Energetiche Rinnovabili (Cer), accelerando così il percorso verso l’autonomia energetica, il raggiungimento dell’obiettivo di zero emissioni nette e dell’azzeramento del consumo di suolo netto entro il 2050.
La legge corrisponde allo strumento trovato dalla Regione Umbria per colmare quel vuoto normativo che impediva di tracciare un quadro chiaro delle aree idonee e non per l’installazione degli impianti a fonti rinnovabili. Questa individua, infatti, in modo chiaro le aree idonee, le quali superano i limiti della normativa statale, puntando su superfici antropizzate o già compromesse, al fine di incentivare la rigenerazione e l’uso razionale del territorio, preservando al massimo le aree non antropizzate. Accanto a questo, il disegno riduce anche il tempo dei termini dei procedimenti autorizzativi relativi agli impianti che ricadono nelle aree idonee di addirittura un terzo, rendendo il parere paesaggistico, quando previsto, un elemento obbligatorio, ma non vincolante.
La giunta regionale, attraverso il disegno di legge, si impegna a mappare entro 120 giorni le aree idonee per gli impianti eolici, mentre la mappatura di tutte le altre, con apposita distinzione per tipologia di fonte rinnovabile.
Tra le aree idonee rientrano persino le coperture degli edifici, i parcheggi, gli insediamenti produttivi esistenti o dismessi (con una zona di rispetto di 500 metri), discariche e cave cessate o abbandonate, oltre alle zone adiacenti alla rete autostradale (nel dettaglio all’A1, alla E45, alla Terni-Orte e alla Perugia-Bettolle), e alle linee ferroviarie, entro 300 metri.
Ad essere considerate aree non idonee sono le zone di tutela e a rischio di dissesto idrogeologico e idraulico, le aree protette comprese nel perimetro dei beni a tutela ai sensi del codice dei beni culturali e del paesaggio (Decreto legislativo 42/2004), come i siti Unesco, la Rete Natura 2000, le praterie sommitali sopra i 900 metri di altitudine e la fascia pedemontana olivata Assisi-Spoleto. Scendendo nel tecnico, la non idoneità viene applicata con delle fasce di rispetto dal perimetro dei beni vincolati: si tratta di 500 metri per il fotovoltaico e l’agrovoltaico e tremila metri per gli impianti eolici. Le aree non idonee si estendono fino a duemila metri dai centri abitati e dalle scuole, considerati recettori sensibili e a tremila dai beni tutelati.
“Questa legge – dichiara l’assessore Thomas De Luca – è frutto di oltre 100 incontri sui territori, di sei assemblee plenarie e due incontri con Anci, audizioni con le associazioni di categoria prima della pre-adozione in Giunta, poi in Seconda commissione e quindi nelle loro sedi per illustrare il disegno di legge. Tutti hanno potuto esprimere le loro indicazioni. Questa legge è un risultato collettivo: fare la transizione energetica senza consumare nuovo suolo e senza distruggere il nostro patrimonio paesaggistico”.

Le novità introdotte dal programma normativo approvato compongono, dunque, un quadro in cui le procedure relative all’approvazione di progetti legati alle aree idonee saranno semplificate e velocizzate, mentre le possibilità di rigetto nei confronti di quelli presentati per aree non idonee diverranno molto più elevate rispetto a prima. A ciò si aggiunge che la legge favorirà quei progetti considerati di “alta qualità progettuale”, in quanto gli enti preposti dovranno richiedere sempre una documentazione tecnica dettagliata, accompagnata da una presentazione di garanzia finanziaria nel caso di dismissione dell’impianto e la previsione di oneri istruttori nella misura dello 0,1% nel caso di progetti su aree idonee, del 5% nelle aree non idonee e inesistenti rispetto agli impianti dedicati alle Cer.
Un altro elemento importante introdotto dal disegno di legge approvato dal Consiglio Regionale è quello relativo al rafforzamento degli Enti locali nella pianificazione energetica. I Comuni, infatti, che vogliono tutelare i propri centri storici possono ora individuare delle zone non idonee all’installazione di impianti sulle coperture, a condizione che trovino delle aree idonee da destinare al soddisfacimento dei bisogni energetici della propria utenza o superfici idonee alternative per l’autoconsumo, anche tramite le Cer.
“Abbiamo stabilito che autoprodursi energia è un diritto – conclude l’assessore De Luca – e che l’Umbria può autodeterminare il proprio futuro e quando gli strumenti per farlo sono nelle mani di tutti, questo significa pace, democrazia e benessere. Oggi liberiamo le migliori energie dell’Umbria, ma questi strumenti bisogna cominciare a usarli e quindi si apre una nuova fase. Quello di un nuovo piano energetico regionale che è fermo dal 2004 e con cui andremo a costruire le politiche attive, declinando la strategia nelle sedi territoriali per dare una risposta ai fabbisogni di ogni Comune”.