27.6 C
Foligno
venerdì, Maggio 2, 2025
HomeEconomiaSpoleto: lavoro e impresa sempre più frammentati. Aumentano i disoccupati

Spoleto: lavoro e impresa sempre più frammentati. Aumentano i disoccupati

Pubblicato il 8 Marzo 2016 16:34 - Modificato il 5 Settembre 2023 21:11

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

Da Foligno ad “Affari tuoi”, Alessio Merli torna a casa con 53mila euro

Quattro offerte rifiutate e una volontà ferrea di non accontentarsi, hanno permesso al giovane umbro di arrivare a tre pacchi dalla fine con ancora in gioco la somma più alta. Alla fine a dettare il risultato è stato il buon senso accompagnato dalla fortuna

A Foligno un congresso per promuovere una fisioterapia più inclusiva e consapevole

L’evento è in programma il 3 e 4 maggio a palazzo Trinci, per affrontare il tema dell’uso dei dati nella pratica clinica. Ad offrire il proprio contributo numerosi relatori e relatrici di spicco, tra cui Donata Columbro, Veronica Moretti e Valentina Buscemi

Ultraleggero precipitato a Castel Ritaldi: la vittima è Feliciano Stoppaccioli

L’imprenditore 71enne era alla guida del piccolo aereo quando è finito contro il capannone industriale di un’azienda di materiali medicali. A bordo un 23enne del luogo portato all’ospedale di Terni non in gravi condizioni

Un luogo simbolico per svolgere il proprio direttivo provinciale. Per l’assemblea dell’8 marzo, la Fiom Cgil di Perugia ha scelto Spoleto e più precisamente Villa Redenta per parlare di occupazione e di economica. La Fiom si è sentita in dovere di difendere soprattutto la Ims e Isotta Fraschini, rilanciando così il lavoro manifatturiero come centrale per il territorio. “Mantenere alta l’attenzione sulla ex Pozzi – scrivono dal direttivo provinciale Fiom – rappresenta la condizione necessaria per coinvolgere l’intera comunità locale e giocare così un ruolo nella difficile partita che i lavoratori e le lavoratrici stanno affrontando, per la difesa del loro posto di lavoro”. Snocciolati anche i dati della crisi nello spoletino, che vedono una situazione di stagnazione che si protrae, “senza – scrivono i sindacalisti – nessuna reale inversione di tendenza”. La Fiom Cgil ha poi fotografato la situazione in base ai dati in suo possesso. Andando ad analizzare i numeri di un territorio di circa 48mila abitanti che va da Campello sul Clitunno a Giano dell’Umbria toccando Castel Ritaldi e proprio Spoleto, gli occupati complessivi sono 21mila. Fermo il dato sui lavoratori dipendenti (circa 15mila), lo 0,1% in più rispetto all’anno precedente, sono in aumento dell’1,3% i lavoratori autonomi (6mila), con un’incidenza rilevante delle partite Iva, “che spesso – ricordano dalla Fiom – nascondono lavoro subordinato mascherato, anche in settori tradizionali come l’edilizia”. In aumento rilevante i disoccupati che sono ormai 2.354, pari al 12%, con un aumento dello 0.7% rispetto al 2014, mentre gli inattivi tra i 15 e i 64 anni sono ben 9mila. Su circa 4mila avviamenti al lavoro solo 480 (12%) sono a tempo indeterminato. “Emerge con nettezza un quadro di lavoro frammentato, precario e a tempo determinato – sottolineano i sindacalisti – il territorio di Spoleto ha tra l’altro subito un colpo durissimo sul versante della presenza industriale con il forte ridimensionamento occupazionale anche delle aziende metalmeccaniche. Da evidenziare – proseguono – l’esplosione dell’utilizzo dei voucher, con circa 90mila buoni lavoro acquistati nello spoletino e circa 850 lavoratori costretti a questa forma di ipersfruttamento”. “Per quanto riguarda la demografia d’impresa – prosegue la Fiom – balza agli occhi come le aziende si siano sempre più frammentate, ridimensionandosi enormemente, perdendo quindi anche capacità competitive nel mercato. Non solo il numero delle imprese cessate è leggermente superiore a quelle avviate, una differenza dello 0,4% nel 2015, ma se aggiungiamo l’alto numero di aziende fallite, il dato complessivo diviene assai più negativo. Sul versante delle risorse finanziarie del credito, appare una notevole difficoltà nell’utilizzo delle risorse-impieghi vivi, basti pensare che l’industria ha visto un – 2%, – 3% per i servizi e un – 9,9% per l’edilizia – concludono dalla Cgil – che conferma ormai una crisi strutturale con pesanti ricadute per tutta l’economia del territorio”.

Articoli correlati