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Cyberbullismo: il Rotary di Spoleto incontra giovani e famiglie

Pubblicato il 1 Maggio 2016 10:35 - Modificato il 5 Settembre 2023 20:35

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Il bullismo tra giovani si verifica, ad esempio, durante la pausa di ricreazione. Oggi però, e sempre più spesso, questo genere di soprusi succedono anche nello spazio virtuale dei media digitali che vengono usati per diffondere, tramite internet o cellulare, messaggi, immagini o filmati spregevoli e diffamatori. Ecco, questo nuovo “metodo” usato dai bulli per compiere atti che vanno a ledere la dignità di un loro pari, si chiama cyber bullismo. Ma come accorgersi se magari un proprio figlio è vittima di bullismo “on line”? Qualche suggerimento utile a genitori e insegnanti verrà dato il 3 maggio prossimo a palazzo Ancaiani da alcuni esperti in materia invitati dal Rotary Club di Spoleto per il convengo dal titolo “La forza fragile degli adolescenti”, iniziativa che fa seguito al progetto sviluppato nelle scuole medie spoletine quest’anno e del quale, il promotore, è proprio il club rotariano di Spoleto. Un convegno che arriva al termine di un percorso didattico “fatto nell’ambito di tutti i plessi delle scuole medie di riferimento – ha spiegato il past president del Rotary Club di Spoleto, Roberto Calai, in occasione della presentazione dell’iniziativa svoltasi a palazzo Mauri venerdì 29 aprile – per noi un investimento culturale che non risolve certo il problema, ma da sicuramente un contributo alla soluzione”. In particolare, il progetto sviluppato nei plessi spoletini in questo anno didattico, è consistito in attività di laboratorio finalizzato a “insegnare ai ragazzi a stare bene tra di loro – ha spiegato la dirigente scolastica Manuela Dominici – il convegno, invece, si rivolge principalmente alle famiglie, e vuole focalizzare l’attenzione proprio sul cyber bullismo, spesso sconosciuto sia ai genitori ma anche agli insegnanti”. “Quando si chiudono in camera, loro non sono più a Spoleto – sono state le parole della vice sindaco, Maria Elena Bececco – non dobbiamo demonizzare la rete, ma renderli consapevoli che bisogna usare internet con consapevolezza”. “Ci dobbiamo rivolgere anche ai genitori – ha aggiunto il rotariano Luigi Ruggieri – affinchè controllino senza comunque essere invadenti”. Ma a Spoleto, questo grave fenomeno esiste? In realtà, stando a una sorta di sondaggio fatto dagli insegnanti coinvolti delle varie scuole, pare che il fenomeno non sia poi così evidente. Seppur qualche caso è emerso, inutile negarlo. Ma se il bullismo tra i giovani può essere di più facile lettura per gli addetti ai lavori, quel nuovo fenomeno che si chiama cyber bullismo, può restare a lungo nascosto ai più grandi e, spesso, è causa di azioni inconsulte tra quei giovani che ne restano vittime. E preoccupanti sono i motivi per cui i giovani dei nostri giorni si sentono messi da parte o “cyberbullizzati”. Basti pensare che, tra i motivi principe di disagio degli “internauti” del terzo millennio, sta nel lamentare “l’amicizia tolta su facebook” piuttosto che la cancellazione da una chat comune. E allora, cosa fare? Informare e formare genitori e insegnanti, così che possano intercettare comportamenti anomali nei ragazzi, potrebbe rappresentare un “viatico” di fondamentale importanza per evitare che certi gesti inconsulti vengano perpetrati. Allora ecco che il Rotary Club di Spoleto dell’attuale presidente Alessandro Nocchi, grazie a un progetto sposato appieno dalle scuole di Spoleto, organizza il convegno del 3 maggio per parlare proprio del rapporto tra scuola e famiglia finalizzato a promuovere competenze e interazioni significative e prevenire bullismo, cyber-bullismo e nuove forme di disagio. Sì, perché nelle scuole che assumono un atteggiamento chiaro gli alunni trovano più spesso il coraggio di segnalare un problema. È inoltre importante che gli alunni sappiano a chi rivolgersi in caso di cybermobbing, e che le scuole prevedano delle procedure standardizzate per affrontare casi concreti. Non meno importante è il ruolo dei genitori. Fondamentale, infatti, pare essere una comunicazione improntata alla fiducia con i figli, interessandosi a come utilizzano i media e discutendone con loro. 

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