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Foligno, in consiglio comunale i racconti dei ludopatici: “Mio figlio si vergogna di me”

Pubblicato il 12 Ottobre 2016 18:02 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:05

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L’unica speranza è una nuova stima dei miei figli. Ho deciso di smettere quando uno di loro mi ha detto: ero orgoglioso di te, ora me ne vergogno”. E’ la testimonianza di P., uno dei tanti pazienti in cura al Servizio per il trattamento del gioco d’azzardo patologico dell’Umbria. La sua storia è simile a tante altre che in questi anni i medici e gli esperti di Foligno e dell’Umbria stanno cercando di trattare. Una testimonianza portata all’attenzione del consiglio comunale di Foligno, che nel pomeriggio di mercoledì si è riunito in via straordinaria per affrontare il tema del gioco d’azzardo e della ludopatia. La storia, le ragioni e i numeri del gioco d’azzardo sono stati sviscerati dalle dottoresse Lucia Coco responsabile regionale del Gap e Sonia Biscontini, responsabile del Dipartimento dipendenze della Usl2. In Umbria sono circa 10mila le persone finite nella “rete” del gioco d’azzardo. Numeri in costante crescita e che preoccupano anche la politica regionale, che nel novembre 2014 ha deliberato una legge, la numero 21, per contrastare questo fenomeno. “E’ la prima volta che un consiglio comunale nella nostra regione vuole affrontare questo tema. Spesso – ha spiegato l’assessore regionale alla sanità, Luca Barberini – si vuole far finta che il problema non esiste, nascondendo la polvere sotto al tappeto”. Su circa 900mila abitanti, in Umbria le persone con gioco problematico rappresentano quasi il 6% della popolazione. Non ci sono distinzioni: si va dai 15 ai 74 anni. Sono più gli uomini a giocare, ma tante anche le donne con il vizio dell’azzardo. Slot machine e gratta e vinci sono i giochi con più richiamo. “L’Umbria – ha sottolineato Barberini – non è un’isola felice. Il 40% sono giovani e si evidenzia un fenomeno diffuso in tutta la regione”. In Umbria vengono bruciati ogni anno 1 miliardo e 30 milioni. “Nel 2015 gli umbri seguiti dal Centro regionale erano 357 – ha proseguito l’assessore alla sanità – e dal 2013 l’utenza è raddoppiata. Voglio ricordare, che né la Regione né i Comuni possono decidere di non far installare le slot machine”. E’ per questo che si è cercato, attraverso l’apposita legge regionale, di potenziare le azioni di prevenzione, cura, assistenza, comunicazione e informazione. Ad oggi le regioni con una normativa specifica sono 11, di cui 6 già la stanno applicando (tra cui l’Umbria). Oltre al numero verde per l’assistenza, si è deciso di non far installare slot machine nelle vicinanza (500 metri) da zone sensibili come scuole, comunità, parrocchie e centri sportivi. “Tra i punti fondamentali della legge – ha concluso Luca Barberini – c’è quello di veicolare il marchio ‘Umbria No Slot’”. Come ha ricordato la dottoressa Lucia Coco, la comunità folignate e le sue numerose associazioni, già da diversi anni sono sensibili a questa tematica. Nel tempo sono state tante le prese di posizione: da una raccolta firme a dibattiti ed iniziative per cercare di contrastare il fenomeno. Ed in consiglio comunale c’erano proprio loro, i rappresentanti delle varie associazioni cittadine che hanno voluto far sentire la loro voce. I NUMERI – Il dettaglio dei pazienti in cura è stato illustrato dalla dottoressa Biscontini. Il periodo preso in considerazione è quello compreso tra settembre 2015 e settembre 2016. In questo ambito sono 46, 39 uomini e 7 donne, i soggetti presi in carico dal periodo precedente e che hanno una fascia d’età che va dai 25 agli oltre 44 anni. I soggetti, invece, ammessi nel periodo sono 27, 23 uomini e 4 donne, d’età tra i 19 e gli oltre 44 anni. Le persone, invece, dimesse e riammesse nel periodo sono state 25, 22 uomini e 3 donne; quelli dimessi negli anni precedenti e riammessi nel periodo sono state 3, tutti uomini, mentre i soggetti fisici assistiti nel periodo sono stati 76, di cui 65 uomini e 11 donne, e quelli dimessi nel periodo 29, di cui 26 uomini e 3 donne”. Nello stesso periodo di riferimento i soggetti in carico al Centro di riferimento regionale residenti in Asl 2 sono stati 53, 44 uomini e 9 donne, ed hanno un’età che va dai 19 agli oltre 44 anni. Quelli, invece, residenti in Usl1 sono stati 20, 18 uomini e 2 donne, mentre quelli residenti fuori regione sono stati 3, tutte donne. Il numero verde (800.410902) messo a disposizione dalla Regione conta telefonate da tutta Italia: dalla Lombardia alla Sicilia. A chiamare sono soprattutto i diretti interessati, ma anche le loro famiglie giocano un ruolo fondamentale. Riguardo all’andamento delle telefonate dell’ultimo anno, si è registrato un calo nei mesi di luglio e agosto, per poi avere una forte impennata nel mese di settembre.

Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

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