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A Spoleto uno sportello di ascolto psicologico degli studenti delle scuole superiori

Pubblicato il 14 Dicembre 2016 16:58 - Modificato il 5 Settembre 2023 18:33

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Ascoltare i ragazzi e le ragazze, ma anche coinvolgere i genitori e gli insegnanti nella battaglia contro la malattia. Lo sportello di ascolto che l’associazione Il Girasole ha attivato all’interno di due scuole spoletine, raddoppia. Mettendo a disposizione dei ragazzi, professionisti in grado di segnalare alle opportune strutture quelli che sono i chiari segnali di un disturbo alimentare palesati nel corso degli incontri, ma anche dei genitori momenti di incontro per un confronto tra chi rappresenta il primo attore nella lotta a una malattia molto diffusa tra le giovani generazioni. La scuola, insieme alla famiglia, dunque, rappresentano la principale agenzia di formazione e di socializzazione dell’individuo, uno dei perni su cui far leva per promuovere il benessere integrale (fisico, psicologico, relazionale) dei ragazzi. IL PROGETTO – E allora ecco che Il Girasole, associazione spoletina che da sempre si occupa di ragazzi e ragazze che soffrono di disturbi alimentari, con i suoi professionisti, entra nelle scuole con uno sportello appositamente dedicato all’ascolto dei giovani per individuarne i possibili disagi, e allo stesso tempo mette in atto un progetto che mira a sostenere i familiari e le persone, più in generale, che sono più vicine ai soggetti che soffrono di questo disturbo. Il progetto dello sportello di ascolto, iniziato ufficialmente qualche giorno fa, coinvolge, al momento, l’Itis-Ipsia e l’Itcg “Spagna”, con incontri che si svolgono ogni lunedì dalle 11,50 alle 13,30 nel primo caso e che ha come insegnante referente Rita Chianella, e ogni mercoledì dalle 10,50 alle 12,40 nel secondo grazie alla collaborazione dell’insegnante Anna Maria Nardone. LA PRESIDENTE ORAZI – “La scelta di istituire uno sportello di ascolto psicologico presso alcuni degli istituti superiori della città – spiega l’associazione della presidente Gabriella Orazi – si inserisce all’interno di una più ampia prospettiva volta a valorizzare l’individuo nella sua interezza e a stimolarne la crescita non solo cognitiva ma anche emozionale. La scuola rappresenta, dunque, un contesto favorevole per un intervento che possa contribuire ad affrontare le problematiche presenti nelle varie fasi della crescita, oltre che a prevenire il disagio giovanile. Lo Sportello all’interno della scuola rappresenta, dunque, una grande opportunità per affrontare problematiche inerenti la crescita, oppure legate all’insuccesso, alla dispersione scolastica, o ancora tipicamente connesse al periodo dell’adolescenza”. E poi c’è l’incontro con i genitori. “Lavorare con la famiglia – spiega l’associazione della presidente Gabriella Orazi rispetto al progetto ideato dalla dottoressa Romina Ferracchiato – e coinvolgerla nella battaglia contro la malattia, considerandola parte attiva del trattamento, diventa decisivo e può assumere un’importanza rilevante. La malattia di un figlio può e deve rappresentare un’occasione per guardare dentro di sé e dentro gli equilibri della famiglia”. Qui, il lavoro, sarà di gruppo e prevede la partecipazione di un minimo di 4 persone a un massimo di 7 per un confronto della durata di un’ora e mezza per ciascun incontro. In questo caso, il progetto prevede una fase pilota di nove mesi e si svolgerà ogni lunedì (con orari ancora da definire sulla base della disponibilità della struttura ospitante).  

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