“Noi chiediamo unitariamente la riapertura di un tavolo tecnico che in realtà sembra chiuso con l’esito negativo dell’atto conciliativo sulla base di una verifica seria che abbiamo proposto in forma scritta che riteniamo sia addirittura migliorativa, sicuramente integrativa del piano industriale presentato dal professor Giuseppe Ferranti”. Sono le parole di Fabio Cesarini della Cisl che giovedì mattina a Foligno è intervenuto sulla vicenda Fils, insieme ai colleghi Ivo Ceccarini della Cgil, Andrea Russo della Uil e Carlo Ugolini di Confsal. Il motivo dell’incontro con la stampa locale è chiaro: la volontà di riaprire il confronto con il Comune di Foligno sul futuro della partecipata che opera nel settore delle manutenzioni, oggi in liquidazione ma che per le sigle sindacali potrebbe essere mantenuta, “a patto – dicono – che sia ben organizzata e liberata della zavorra di passività maturate nel corso degli anni”. Ed è proprio per questo motivo che, pur considerando il nuovo piano industriale elaborato dal professor Ferranti una “buona base di partenza”, i sindacati hanno messo nero su bianco le loro proposte di modifica al documento. Proposte che partono da un assunto, e cioè che il motivo per cui la Fils si trova sulla strada della liquidazione viene dalle gestioni passate. Per le organizzazioni sindacali, quindi, la via d’uscita non può essere semplicemente il cambio di contratto autonomie locali a quello multiservizi chiesto a gran voce dal Comune, come ‘conditio sine qua non’ per procedere alla ricapitalizzazione. I problemi, come detto, vengono dal passato ma le conseguenze, com’è ovvio, si avranno sul futuro, in particolare su quello dei lavoratori. Ed è proprio questo il fronte che più preoccupa sindacati e dipendenti: il fatto cioè che la messa in liquidazione e il conseguente affidamento dei servizi a terzi possa non tradursi nel mantenimento dei posti di lavoro. Aspetto questo su cui le organizzazioni sindacali non sono disposte a retrocedere neppure di un passo. Per Cgil, Cisl, Uil e Confsal, infatti, il ricorso alla clausola di salvaguardia sociale prima e del rispetto dell’articolo 2112 del codice civile successivamente non dà garanzie sul mantenimento dei posti di lavoro. Intanto perché “negli anni sono stati assunti lavoratori con contratti a termine” e poi perché “non sono chiari i vincoli imposti ai privati”. Non si escludono, quindi, licenziamenti, contenziosi, mancati pagamenti delle retribuzioni e del Tfr maturato. Per i sindacati, quindi, la strada da percorrere è quella della ricapitalizzazione, senza incappare negli errori del passato e rivedendo anche l’assegnazione dei servizi per un migliore impiego dei dipendenti che presentano limitazioni lavorative e l’attivazione di procedure di mobilità per il personale impiegatizio in eccesso. Avvisati anche i consiglieri comunali folignati, ora quindi la palla passa al Comune. Intanto i sindacati pensano ad una data per scendere in piazza se l’amministrazione folignate dovesse rispondere ancora una volta picche. ROBERTO CIANCALEONI – E dopo l’intervento di Impegno civile e Movimento 5 Stelle ad intervenire sulla Fils è anche il consigliere di maggioranza Roberto Ciancaleoni, da tempo in rotta con l’amministrazione comunale. Poche parole, quelle pronunciate dall’esponente del Psi, con cui sposa la causa dei sindacati e sostiene l’appello delle opposizioni ad una convocazione urgente della prima commissione per un esame complessivo della vicenda, per evitare che a farne le spese sia – dichiara – chi non ha responsabilità.
Fils, i sindacati tendono la mano al Comune: “Rivediamo insieme il piano industriale”
Pubblicato il 20 Luglio 2017 13:24 - Modificato il 5 Settembre 2023 17:00
Da sinistra Ivo Ceccarini, Andrea Russo, Fabio Cesarini e Carlo Ugolini
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