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Nocera celebra San Rinaldo, Sorrentino: “Costruire ponti anche nelle piccole comunità”

Pubblicato il 10 Febbraio 2022 10:17 - Modificato il 5 Settembre 2023 11:18

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“Costruire ponti e non muri, non solo tra popoli e nazioni, ma anche all’interno di piccole comunità e nelle famiglie stesse”. Un’omelia, quella di monsignor Domenico Sorrentino, vescovo della diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, che si lega alle parole pronunciate dal Pontefice la scorsa domenica in diretta nazionale. Ancora più sentite, in un giorno particolarmente importante per la popolazione nocerina: è stato celebrato, lo scorso 9 febbraio, il santo patrono della cittadina. “Ho chiesto la protezione di San Rinaldo – ha affermato il sindaco, Virginio Caparvi, al termine della cerimonia – per la sua e nostra amata città, per una comunità che anche quest’anno non ha fatto mancare l’affetto e l’attaccamento verso il suo santo protettore”. Presenti alla cerimonia, oltre a monsignor Sorrentino e al primo cittadino, le cariche istituzionali delle città appartenenti alla diocesi, i rappresentanti dell’assemblea legislativa dell’Umbria, della Provincia di Perugia e del Comune di Foligno, nonché numerose autorità civili e militari e le associazioni del territorio con i propri gonfaloni.

“Rinaldo, santo e buon pastor”. Una vita dedita alla preghiera e alla carità, specialmente verso i poveri e le vedove, la figura San Rinaldo (Postignano1150 circa – Nocera Umbra, 9 febbraio 1217) è, da sempre, ricordata e pregata con molto affetto dai nocerini. In un foglio, un tempo custodito nella sagrestia della Cattedrale di Nocera Umbra – nonché il luogo dove vengono custodite le esequie – e tradotto da Giambattista Teodori, sono raccolti i miracoli compiuti dal santo negli anni 1414/1415 e raccolti da Silvestro Angeli. Tra questi, la vicenda di Donna Chiaruccia, moglie di Pietro di Nolfo da Collemancio che, il 23 giugno 1415, si aggravò per un rigonfiamento delle ghiandole. La mattina successiva, dopo aver chiesto la grazia a San Rinaldo, fu guarita. Un’altra miracolosa storia, del 1414, testimonia la scomparsa della peste, dopo cinque mesi, dalla famiglia di Meo di Matteo di Cecco della balia di Stravignano, una volta che quest’ultimo fece voto al Beato. 

Tanto è l’affetto sentito dai nocerini nei confronti di San Rinaldo, rinnovato altresì dalle cariche istituzionali ed ecclesiastiche. “Per la prima volta – prosegue Caparvi –, da sindaco, ho avuto l’onore e il piacere di salire fino all’ambone, di lato all’altare, per rinnovare il dono del Cero a nome della comunità nocerina”. Integrazione e comunicazione, sono stati i temi cardini della celebrazione di monsignor Domenico Sorrentino. 

Le celebrazioni, a causa della pandemia, come lo scorso anno non hanno previsto la tradizionale processione, con la statua del santo, per le vie del centro storico. Ripristinata e in programma per oggi, invece, la consueta “Fiera di San Rinaldo” nelle piazze Umberto I e Medaglie d’oro.

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