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Avis, nel 2022 in Umbria donazioni in calo

Pubblicato il 18 Aprile 2023 14:14 - Modificato il 5 Settembre 2023 10:02

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Si è svolta a Foligno la 55esima assemblea regionale di Avis Umbria. La città è stata scelta in quanto, quest’anno, ricorre il 70esimo anniversario della sezione locale dei donatori di sangue. Presenti all’assise, tra gli altri, Enrico Marconi, presidente regionale di Avis Umbria, Maurizio Bonotto, vicepresidente nazionale di Avis, Maruska Fusini, consigliere nazionale di Avis, Donatella Tesei, presidente della Regione Umbria, Michele Toniaccini, presidente di Anci Umbria, Evezio Picchi Consigliere nazionale di Admo, Luciano Gallo referente Anci Nazionale in collegamento, Marusca Armelao e Marco Nulli, coordinatori del Comitato italiano scienze motorie.

Nel corso dell’assemblea sono stati resi noti i dati donazionali del 2022 ed è emerso come il quadro della raccolta di sangue e plasma sia stato influenzato dalla pandemia, che ha condizionato l’attività di chiamata, prenotazione e raccolta del sangue con un notevole aumento dei casi di inidoneità temporanea (3.818) e definitiva dei donatori (1.029). Su base regionale c’è stato un sostanziale mantenimento delle donazioni, arrivate a quota 38.202 con una diminuzione dell’1,13 per cento rispetto alle donazioni del 2021 (38.637), più alte rispetto alle donazioni del 2020 (35.735) e praticamente simili a quelle del 2019 (38.306) e del 2018 (38.699). Al 31 dicembre 2022 i donatori di Avis in Umbria sono stati 29.160 rispetto ai 28.941 del 2021, con un aumento dello 0,7 per cento. Avis assicura la raccolta di circa il 94 per cento del sangue in Umbria. Il dato per territori evidenzia maggiori indici donazionali nella provincia di Perugia e una ripresa, anche se non in egual misura, nella provincia di Terni che risente della riduzione di donazioni nelle Avis di maggiori dimensioni. In sostanza, seppur nello scorso anno si siano verificati dei periodi di affanno a causa della ripresa a pieno ritmo degli interventi chirurgici programmati, anche per lo smaltimento delle liste di attesa dovute alla riduzione degli interventi nel 2020, il sangue intero raccolto, tranne che in qualche occasione, ha garantito il fabbisogno della sanità umbra.

Viceversa, il dato donazionale evidenzia un’ancora insufficiente raccolta di plasma (2.411 plasmaferesi e 64 aferesi). L’Umbria si pone tra le regioni sotto la media dei livelli necessari per quanto attiene alla raccolta del plasma che nel 2022 è stata di 10.560 chilogrammi mentre sarebbe dovuta arrivare ad almeno 11.540 chilogrammi.  “Talvolta manca anche il sangue intero – ha sottolineato il presidente Marconi –, ma tutto sommato riusciamo a sopperire abbastanza bene. La nota dolente resta quindi la raccolta di plasma. La sfida per noi è quella dell’incremento delle plasmaferesi, senza ovviamente perdere donazioni di sangue intero, per raggiungere anche la autosufficienza di plasma. Ciò impone un grande sforzo culturale ed educativo. Da qui la campagna promozionale per la donazione di sangue ‘C’è bisogno di Te!’ e per la promozione della donazione di plasma ‘Puoi dare di Più!’ estesa a livello regionale in tutti gli ospedali, punti di raccolta, ma anche in tutti gli eventi di massa. La prima è già partita e ha già sortito alcuni positivi effetti portando a un incremento donazionale nei mesi di gennaio e marzo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente”.

“Ma se da parte nostra dobbiamo mantenere l’impegno e possibilmente migliorare l’efficienza e l’efficacia della nostra azione – ha proseguito Marconi – una riflessione va fatta anche sulle carenze del sistema trasfusionale regionale. Riscontriamo, infatti, una carenza di personale medico e infermieristico e a volte ci sono disguidi per quanto riguarda i controlli. Capita che i donatori debbano tornare più volte nei centri per gli accertamenti e perciò vorremmo una migliore programmazione e un potenziamento di queste strutture. A monte ci dovrebbe però essere un ragionamento più importante: bisognerebbe rifare con celerità il piano sangue regionale che dovrebbe riorganizzare tutto il sistema trasfusionale in un dipartimento unico che governi le problematiche in un’ottica di autosufficienza regionale della raccolta e del potenziamento di tutti i sit e punti di raccolta periferici, omogeneizzando e rendendo uniformi le linee di accoglienza, controllo e gestione dei donatori”. Obiettivi e osservazioni condivise anche dalla presidentessa Tesei la quale ha affermato: “Ci sono cose che devono essere fatte: le principali sono l’uniformità della gestione di tutto il settore trasfusionale della raccolta di sangue in tutte le asl del territorio e aziende. Passi in avanti sono stati fatti nella Asl 1 e nell’azienda ospedaliera di Perugia che hanno già individuato e stanno sviluppando questo percorso. Adesso si adeguerà anche l’Asl 2 e l’azienda ospedaliera di Terni. Per il resto la Regione Umbria, come abbiamo sentito dagli interventi di questa mattina, è molto avanti con l’approvazione della legge del terzo settore. Una legge molto innovativa che sta diventando un modello nel panorama nazionale. Ci sono tutte le condizioni per lavorare bene insieme ad Avis e a tutti i donatori, che sono fondamentali per la sanità regionale”.

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