Due panchine rosse, simbolo del rifiuto della violenza di genere, installate, una di fronte all’altra, in un’area circondata dagli edifici scolastici cittadini e quindi quotidianamente frequentata da tanti studenti. Come a dire: la lotta contro la violenza sulle donne passa anche e soprattutto dalle nuove generazioni. E ancora, la cultura come presidio a difesa della civiltà, troppo spesso minacciata da una vera e propria piaga sociale. Sono quelle inaugurate nella mattinata di mercoledì 8 marzo in viale Marconi a Foligno, proprio in occasione della Giornata internazionale della donna. Cerimonia di inaugurazione che ha visto, oltre a quella dell’assessore comunale all’Istruzione, Paola De Bonis, del sindaco, Stefano Zuccarini, e dell’assessore alla Cultura, Decio Barili, la presenza di molti giovani alunni delle scuole superiori folignati: accompagnate da dirigenti e docenti, c’erano infatti una classe per ogni istituto. E sono stati proprio gli alunni i protagonisti dell’iniziativa, interpretando in modo toccante alcuni brani incentrati sul tema della giornata.
“Oggi inauguriamo queste due panchine rosse che l’amministrazione comunale ha voluto posizionare in una zona della città che, proprio perché vicina a diverse scuole, rappresenta un luogo in cui si fa formazione, crescita culturale e prevenzione – ha detto l’assessore Paola De Bonis -. Panchine – ha aggiunto – che non rappresentano solo le donne vittime di violenza che purtroppo non ci sono più, ma che vogliono anche lanciare un messaggio di speranza”. Un messaggio di speranza ed un incentivo anche a chiedere aiuto: “Sulle panchine sono indicati il numero anti violenza e stalking nazionale (il 1522, ndr) ed il nome del Centro antiviolenza di Foligno – ha spiegato in questo senso De Bonis -, mi auguro che, passando qui, ci sia dunque anche lo stimolo di chiedere aiuto, non un atto di debolezza – ha rimarcato l’assessore –, quanto piuttosto un atto di grandissimo coraggio, perché non possiamo permettere a nessuno di maltrattare ed offendere la nostra vita”. E dopo aver ringraziato tutti gli uffici comunali che hanno permesso l’installazione, De Bonis si è rivolta proprio alle decine di giovani intervenuti: “Difendete queste panchine, perché starete così difendendo un messaggio morale e civile”.
“Questo delle panchine è un simbolo – ha dichiarato il sindaco della città della Quintana, Stefano Zuccarini -, che purtroppo non risolverà certo tutti i problemi ma che offrirà un importante momento di riflessione a quanti, ogni giorno, passeranno qui. Il numero scritto su di esse – ha poi aggiunto – può salvare una vita, quindi non esitate a chiamarlo se la panchina, da luogo d’amore dove stringere dei rapporti, si trasforma in un luogo di molestia. Chiamare non è una sconfitta – ha concluso il primo cittadino – ma un riappropriarsi dell’essere donna”.
Sul finale, la benedizione impartita dal vicario generale della Diocesi, don Giovanni Nizzi, che ha dal canto suo sottolineato come le due panchine siano “il simbolo di tante donne che non ci sono più ed un monito quindi per non dimenticare, ma anzi promuovere e sensibilizzare”: “Signore – ha detto Nizzi – fa che tutti i giovani sperimentino il valore del rispetto reciproco promuovendo così la civiltà dell’amore”.