Sul fronte scuola la Regione Umbria prende tempo. È quanto hanno lasciato intendere martedì mattina l’assessore regionale alla salute, Luca Coletto, e il direttore generale Claudio Dario nel corso della conferenza stampa di palazzo Donini sulla campagna vaccinale. Preso atto della decisione del Governo di posticipare a lunedì 11 gennaio il ritorno in classe al 50 per cento per gli studenti delle scuole secondarie di secondo grado, la Regione si riserva la facoltà di intervenire con provvedimenti interni, non prima però di conoscere la situazione epidemiologica del Cuore verde d’Italia. Prima, infatti, si vogliono attendere gli ultimi dati aggiornati dal Comitato tecnico scientifico sulla diffusione del Covid territorio per territorio.
Una volta analizzati, indice di contagio Rt compreso, si potrà capire se sussistono le condizioni per la ripresa delle lezioni in presenza o meno. “Entro venerdì si capirà lo stato delle cose – ha spiegato Claudio Dario – e su quella base verranno fatte le opportune valutazioni”. Posizione, questa, ribadita pochi minuti dopo anche dall’assessore Coletto. È a partire da questa analisi, dunque, che l’Ente di palazzo Donini si pronuncerà. Di fatto, nelle scorse ore, dalla Regione hanno spiegato come sia già pronta un’ordinanza interna che va in direzione opposta a quella intrapresa dal Governo. Quella, cioè, del rinvio. Una possibilità discussa anche durante l’ultimo vertice in Prefettura, quando anche l’Anci e alcuni sindaci hanno espresso perplessità su un precoce rientro in classe per gli studenti delle superiori.
Intanto, il vice commissario straordinario, Massimo D’Angelo, ha annunciato la decisione di procedere con tamponi rapidi anche all’interno delle scuole. “Non sarà una cosa immediata – ha spiegato – dal momento che il protocollo è in fase di definizione”. Quello che è certo, e che riguarderà la popolazione in generale, è che si procederà con tamponi “zero”, il che significa che tutti i soggetti risultati contatti stretti di un positivo saranno immediatamente sottoposti a test e non più dopo dieci giorni. “Una possibilità – ha detto Coletto – che ci viene dal numero contenuto di nuovi positivi che ci permette di essere più attivi sul fronte del contact tracing”. Per quanto riguarda, invece, la campagna vaccinale, a partire dalla seconda fase inizierà ad essere interessato dalla somministrazione anche il personale scolastico. “Si partirà dai soggetti fragili – ha commentato Massimo D’Angelo – per poi ampliare la platea, in terza fase, a tutti gli altri insegnanti”.
Ha collaborato Maria Tripepi