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Foligno, il grido d’allarme dei medici: “Il reparto Covid dell’ospedale rischia il collasso”

Pubblicato il 7 Novembre 2020 12:58 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:09

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“Il reparto Medicina e quello Covid dell’ospedale di Foligno rischiano il collasso nel giro di pochissimi giorni”. A lanciare l’allarme sono i segretari regionali della dirigenza medica di Fp Cgil e Uil Fpl, ovvero i dottori Mauro Patiti e Alfredo Crescenzi. “Purtroppo – spiegano i due in una nota – è di fatto caduto totalmente nel vuoto il grido d’allarme lanciato da Cgil, Cisl e Uil all’inizio dello scorso mese di ottobre: servivano e servono subito più medici, infermieri, tecnici ed Oss ed un’adeguata organizzazione dei reparti e del personale”. 

Così però non è stato secondo le due sigle sindacali, con le promesse della Usl2 che sarebbero state vane. “Ci avevano assicurato che il numero di posti letto complessivi, tra Covid e no Covid sarebbero rimasti gli stessi – spiegano Patiti e Crescenzi – ma la realtà è che, come temevamo, sono quasi raddoppiati, considerando anche i pazienti non Covid ‘appoggiati’ in altri reparti ma seguiti dalla Medicina. I medici assegnati, invece, sono sempre gli stessi”.

Ad un personale sanitario insufficiente in termini numerici, si sono aggiunte anche delle positività tra gli operatori, che hanno così abbassato ulteriormente il numero di chi può rimanere in servizio. E’ per questo motivo che per Fp Cgil e Uil Fpl “la situazione non è più sostenibile”.

Insomma, il “San Giovanni Battista” sembra essere in forte difficoltà. Una situazione che purtroppo stanno vivendo anche tanti altri ospedali d’Italia, ma che potrebbe addirittura peggiorare: “a breve non sarà più possibile garantire adeguate cure ai pazienti della Medicina e del reparto Covid – affermano i dottori Patiti e Crescenzi -. Non basta continuare a ricoverare, se poi non ci sono medici ed infermieri sufficienti per assistere tutti. È in atto una vera e propria guerra sanitaria che richiede interventi straordinari ed efficaci”. E’ per questo motivo che Cgil e Uil della dirigenza medica chiedono con forza alla direzione aziendale di “attivarsi subito, senza ulteriore ritardo, perché le istituzioni hanno il dovere morale e giuridico di organizzare le strutture mettendo in condizione gli operatori sanitari di curare al meglio tutti i cittadini”.

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