“Senza contributi pubblici i Primi d’Italia non ripartiranno”. E’ l’appello che Aldo Amoni, patron della kermesse dedicata alla pastasciutta, fa alla Regione Umbria. Domani, giovedì 24 settembre, sarebbe stata la giornata inaugurale della ventiduesima edizione dei Primi, ma le condizioni legate alla pandemia hanno convinto gli organi preposti a fermare tutto. Un blocco che, secondo Aldo Amoni, porterà ad un danno stimato intorno ai 2 milioni di euro. E senza lo svolgimento della manifestazione 2020, i Primi d’italia rischiano di scomparire definitivamente dal cartellone di eventi dell’Umbria. “Speriamo che le autorità, in particolare la Regione – spiega Amoni in una nota – prendano in considerazione la possibilità dierogare contributi e aiuti viste le perdite. Senza il loro intervento – prosegue Amoni – non sarà possibile ripartire, non solo per quanto riguarda gli eventi ma anche per tutto ciò che riguarda il commercio e il turismo”. E’ per questo motivo che Epta e Confcommercio si dicono disponibili ad un confronto con le istituzioni, per studiare piani d’azione congiunti per il rilancio della regione. Rilancio che, secondo Aldo Amoni, sarebbe potuto arrivare già in questo anno di pandemia: “Non svolgere l’evento – precisa il responsabile di Epta – porta un danno economico sia alle attività commerciali e artigianali sia alle strutture ricettive e ai trasporti, tutte realtà già penalizzate dall’emergenza Covid. Purtroppo – prosegue Amoni – nonostante i nostri sforzi e quelli dell’amministrazione comunale che ringraziamo sentitamente, abbiamo dovuto annullare l’evento a causa dei dubbi espressi dalle istituzioni regionali”. Poi, il patron de I Primi d’Italia rivendica orgogliosamente quanto fatto negli anni: “Questa manifestazione – afferma Amoni – ha già rilanciato una volta Foligno e l’Umbria dopo il terremoto del 1997 e da allora promuove il prodotto italiano per eccellenza: la pasta insieme a tutti i prodotti correlati come le farine italiane e gli ingredienti che esaltano una buona e sana ricetta. I Primi d’Italia si sono impegnati anche nel settore della formazione, con corsi per bambini, con grandi lezioni di cucina per adulti e favolose ricette presentate da grandi chef. A Foligno – conclude – abbiamo organizzato convegni sull’alimentazione, rilanciato prodotti tipici locali e nazionali e creato un indotto economico importante”.
Foligno senza Primi d’Italia, danno da 2 milioni. L’appello: “La Regione ci aiuti”
Pubblicato il 23 Settembre 2020 16:08 - Modificato il 5 Settembre 2023 13:19
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