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Nel Folignate un tavolo di crisi per l’emergenza economica da Covid-19

Pubblicato il 10 Marzo 2020 14:55 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:01

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Un tavolo di crisi. È quello istituito nel Folignate da associazioni di categoria ed organizzazioni che operano sul territorio per fronteggiare la drammatica situazione economica legata all’emergenza Coronavirus. Emergenza che ha imposto una stretta sulle normali abitudini di vita dei cittadini italiani, con tutto ciò che ne consegue per il tessuto economico. Il divieto di spostamenti, la necessità di evitare assembramenti e le restrizioni imposte dal rispetto delle distanze interpersonali hanno infatti avuto e continuano ad avere un importante impatto su tutto il comparto: da quello ricettivo a quello commerciale.

Un impatto che per gli addetti ai lavori sta generando una crisi economica grave come quella sanitaria. Da qui, dunque, la necessità di correre ai ripari. Proprio in quest’ottica negli scorsi giorni la sede della Confcommercio di Foligno ha ospitato un vertice al quale hanno preso parte anche i presidenti di Confindustria, Confartigianato, Federalberghi, l’Associazione di B&b “Nel Cuore verde dell’Umbria” e del Consorzio in centro. Ed ancora il responsabile del commercio del centro storico di Foligno, la presidente dell’associazione Ospitalità e il vice presidente nazionale delle stazioni di servizio. Un vertice che, come detto, ha avuto come punto conclusivo la costituzione di un tavolo della crisi.

Sì, perché ad oggi i numeri parlano di un calo delle presenze sul territorio del 90 per cento e cui si aggiungono le disdette a strutture alberghiere ed extralberghiere in vista della Pasqua, ma non solo. Crollate dell’80 per cento le presenze nei ristoranti mentre sono completamente ferme le aziende di trasporti dopo lo stop alle gite scolastiche. Infine, guadagni calati del 50 per cento per i distributori di benzina ed un commercio specializzato che si ritrova ad affrontare una crisi nella crisi già in corso.

Situazione, questa, che ha spinto i vari soggetti seduti al tavolo di lavoro ad elaborare tutta una serie di richieste da avanzare a Comuni, Regione e Stato. “Alle amministrazioni – si legge nel documento – chiediamo, per le imprese che dimostrino un calo del 25% del fatturato, la riduzione o l’annullamento di Imu, Tari, Tosap e dell’imposta di pubblicità”.

All’Ente di palazzo Donini, invece, “la rimodulazione dei fondi strutturali 2014-2020, un fondo di garanzia per le Pmi per far ripartire il credito e lo slittamento dei termini di rendicontazione dei bandi”.

Infine, per quanto riguarda il Governo, le richieste avanzate riguardano: la cassa integrazione in deroga anche per le microimprese ( – 6 dipendenti), l’accredito dei contributi previdenziali senza oneri a carico di lavoratori ed imprese, la sospensione del pagamento delle utenze, moratorie per le rate di mutui e finanziamenti per almeno 12 mesi, la proroga al primo gennaio prossimo delle scadenze fiscali, l’abbattimento dell’Iva per il comparto turistico, il ripristino della legge del danno indiretto, un regime di semplificazione amministrativa, agevolazioni e blocco degli sfratti per le locazioni commerciali.

Richieste a cui seguiranno degli incontri. A cominciare, fanno sapere i soggetti in gioco, da quelli con le amministrazioni comunali, “per delineare le linee d’intervento che le riguardano”.

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