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Foligno, nella lettera pastorale del vescovo la santità “della porta accanto”

Pubblicato il 7 Febbraio 2020 12:47 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:07

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È una lettera pastorale originale, quella che monsignor Gualtiero Sigismondi, Vescovo di Foligno e Assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana, consegna ai suoi diocesani. Si direbbe che, piuttosto che il Vescovo, sia la santità del quotidiano a parlare attraverso una raccolta di episodi accaduti “cammin facendo” lungo le strade della diocesi, durante la seconda visita pastorale del suo episcopato folignate. Un “viaggio” partito l’8 dicembre del 2016 e conclusosi il 24 gennaio 2020. Esperienza che monsignor Sigismondi ha rischiato di non compiere, visto che il suo impegno con l’Azione cattolica aveva convinto Papa Francesco, in un primo momento, a fargli lasciare la Diocesi di Foligno. “Se il cuore non potrò dividerlo, il tempo lo dovrò condividere” ha successivamente confidato il vescovo al Santo Padre. “Durante la visita – ha detto il vescovo in una recente conferenza stampa – ho potuto constatare che il popolo di Dio è sano. Tutti i segni di Vangelo che ho avuto di fronte nel percorso, hanno fatto crescere la mia fede”. La visita pastorale ha fatto capire ancora meglio a monsignor Sigismondi che “la cattedra episcopale – come scrive egli stesso nella lettera – non è un bene immobile, ma mobile”.Monsignor Sigismondi si lascia “istruire dal popolo di Dio”, terreno dove il Seminatore ha già sparso il suo seme: il Vescovo invita a guardare – con coraggio – “i campi che già biondeggiano per la mietitura”, o almeno a “contemplare il ramo di mandorlo in fiore che annuncia la primavera”. E ci accompagna attraverso un avvincente campionario di “segni di Vangelo”, che hanno come protagonisti anziani e bambini, coppie e presbiteri, in cui risplende tutta la bellezza della santità “della porta accanto”, prima di passare alla sezione degli orientamenti pastorali veri e propri. Consapevole della scarsa utilità di progetti pastorali troppo stringenti, monsignor Sigismondi affida a quest’ultima parte solo alcune pagine, ma dense di riflessioni. Alla Chiesa serve una “pastorale in chiave missionaria”, che riconsegni alle comunità gli Atti degli Apostoli, capace di operare sinodalmente, coraggiosa nel ripensare i ministeri e nell’annunciare il Vangelo “fuori dal tempio”, consapevole che non esistono lontani che sono troppo distanti, coinvolta nell’impegno per la città e per la casa comune. Insomma, una Chiesa capace di abbandonare l’”irrigazione a pioggia” delle iniziative di mantenimento per passare all’”irrigazione a goccia” dei cammini di accompagnamento. Questi e molti altri sono gli stimoli con cui il Vescovo di Foligno ci incoraggia a guardare con coraggio ad una società in cui sempre sono visibili i segni di una primavera, da attendere con fiducia e determinazione nel fare scelte nuove, spinti dal vento dello Spirito. Una riflessione dedicata alla Diocesi che lo ha come pastore, ma utile per tutti coloro che amano scorgere “segni di Vangelo” lungo le strade della loro città.

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