Riflettori accesi a Foligno sul fiume Topino. Sono quelli della sezione cittadina di Legambiente, preoccupata da livelli di acqua forse un po’ troppo bassi. Ad occhio la situazione non sembra essere delle migliori, infatti, ma per sapere qual è effettivamente lo stato di salute del fiume della città della Quintana all’occhio umano vanno sostituiti strumenti ad hoc, capaci di valutare oggettivamente lo stato delle cose.
Ecco perchè l’associazione ambientalista guidata da Marco Novelli ha deciso di affidarsi a dei tecnici che nei prossimi giorni saranno chiamati a misurare il deflusso minimo vitale in quelle zone del fiume indicate dalla legge. “Solo così – spiega il presidente Novelli – potremo conoscere lo stato di salute del Topino che puntualmente ogni estate, da almeno quindici anni, raggiunge livelli così bassi da determinare anche la moria di alcune specie animali”.
L’obiettivo, dunque, è quello di salvaguardare il fiume. E se nulla si può fare contro le estati torride, si può però intervenire sul fronte dei prelievi, laddove risultassero delle anomalie. “I prelievi dal Topino non vanno a sopperire alle necessità della sola Foligno, ma anche a quelle di altri Comuni. Vogliamo dunque capire – è l’appello – quanta acqua viene effettivamente presa e se c’è un danno o meno. In quest’ottica, le rilevazioni ci aiuteranno a capire se il livello del fiume rientra nei limiti previsti dalla legge oppure no. In quest’ultimo caso – prosegue Marco Novelli – documenti alla mano potremo confrontarci con Regione ed Arpa per capire il da farsi, chiedendo anche manforte al Comune”.
Per Legambiente, dunque, la questione dei prelievi per l’acqua potabile, l’irrigazione e il funzionamento delle centrali idroelettriche richiede una regolamentazione mirata. “Ecco perchè – conclude Marco Novelli – se sarà necessario porteremo la vicenda sui tavoli istituzionali, spingendo per una corretta e giusta regia di controllo ed utilizzo delle acque”.