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Dall’Umbria in Bosnia per aiutare i migranti sulla rotta dei Balcani

Pubblicato il 27 Settembre 2019 16:41 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:33

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Di certo non le classiche ferie quelle trascorse da Livia Trigona e Fabio Belardoni, rispettivamente presidente e vicepresidente di “Omnes… oltre i confini”, associazione di volontariato con sede a Bevagna. I due, infatti, hanno deciso di trascorrere dieci giorni tra i migranti e, in particolare, con la volontà di aiutare il prossimo. Spirito solidale che li ha portati in Bosnia, a Sarajevo e a Bihac. “Sono queste due tappe imprescindibili – hanno spiegato da Omnes – per i migranti che percorrono la nuova rotta balcanica per raggiungere l’Europa. Abbiamo trascorso le giornate con loro – hanno continuato – e con Nawal Soufi, una volontaria indipendente, tra l’altro premiata Cittadina europea nel 2016, che spende la sua vita a servizio dei migranti, fornendo loro supporto sanitario e, soprattutto, psicologico”. Le parole di Livia e Fabio raccontano con crudezza di scene al limite dell’umanità: “Ci sono storie che fanno rabbrividire, come quelle di ragazzi tra i quattordici e i trenta anni che, presi dalla polizia croata, subiscono violenze e pestaggi inauditi; il tutto avviene nel silenzio generale. È dinnanzi a queste scene – hanno proseguito – che è facile constatare il fallimento di un’Europa che apre i confini alle merci e li chiude agli esseri umani, violandone, tra l’altro, tutti i diritti”. I due volontari hanno detto di aver osservato, ascoltato e aiutato. E in Bosnia, il loro aiuto è stato reale, consegnando ai migranti indumenti pesanti e medicine raccolti nei nostri territori. “Prima della nostra partenza – hanno, infatti, spiegato i due – abbiamo indetto una raccolta di indumenti pesanti, sacchi a pelo, coperte e medicine. La risposta da parte di tante persone di Foligno, Bastia Umbria e Perugia è stata straordinaria, a dimostrazione – hanno concluso – del grande spirito di solidarietà presente nel nostro territorio”. I ringraziamenti di Livia e Fabio vanno, quindi, a tutti gli amici, i conoscenti e gli amici degli amici che hanno donato le loro cose e reso possibile un atto aiuto a Sarajevo.

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