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Trevi, intitolata a Michelangelo Antonioni la terrazza di Villa Fabri

Pubblicato il 31 Luglio 2019 12:45 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:44

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Il nome di Michelangelo Antonioni inciso sulla terrazza di Villa Fabri, a Trevi. L’amministrazione comunale guidata da Bernardino Sperandio ha infatti deciso di intitolare al celebre regista italiano, scomparso il 30 luglio 2007 all’età di 95 anni, il suggestivo affaccio sulla Valle Spoletana. E lo ha fatto nel giorno dell’anniversario della sua morte. Martedì sera, infatti, il sindaco Sperandio, affiancato dal suo vice Dalila Stemperini e dalla consigliera comunale Francesca Romana Lovelock, ha alzato il velo sulla targa che reca la scritta “Terrazza Michelangelo Antonioni”. Presente anche Enrica Fico, moglie del grande cineasta italiano.

“Questa targa – ha detto il sindaco Sperandio annunciando al pubblico la decisione dell’amministrazione comunale – vuole essere un omaggio a chi ha fatto tanto per la cultura ma anche un modo per ricordare, a chi passerà da qui, che Michelangelo Antonioni aveva scelto Trevi per vivere parte della sua vita. Questa stessa terrazza si affaccia sulla sua abitazione e sempre qui è nostra intenzione promuovere nuove proiezioni di opere firmate da lui ma anche da altri grandi registi”.

Per l’occasione l’amministrazione trevana ha anche messo in agenda – in collaborazione con l’Antifestival – una serata all’insegna del cinema firmato Antonioni, proiettando sulla stessa terrazza di Villa Fabri “Zabriskie Point”, il secondo dei tre lungometraggi in lingua inglese girati dal regista ferrarese. Un’opera passata alla storia del cinema per il suo carattere innovativo e controverso. Datata 1970, la pellicola è da sempre considerata un manifesto contro il consumismo ed un inno alla libertà, quella sognata da due giovani americani che si incontrano per caso, o forse per destino, in quella parte del Death Valley National Park conosciuta appunto come Zabriskie Point.

“Questo film – ha dichiarato Enrica Fico, prendendo la parola – rappresenta il mio primo incontro con Michelangelo, anche se all’epoca della sua uscita ancora non lo conoscevo. Lo conobbi tre anni dopo e una sera, a cena, mi raccontò questo suo film, come lo aveva fatto e la sua esperienza in America. Mi confidò la sua emozione quando arrivò a Zabriskie Point e di come aveva pensato che quel luogo fosse ideale per raccontare intimamente una storia d’amore, perché non aveva pareti e si poneva al di sopra dell’orizzonte. Da lì si dominava il mondo, da lì lo sguardo riusciva ad andare oltre l’orizzonte, proprio – ha concluso Enrica Fico – come avviene da questa terrazza”. 

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