25.2 C
Foligno
martedì, Giugno 17, 2025
HomeEconomiaAzzerata la produzione di miele in Umbria. “Perdite intorno al milione di...

Azzerata la produzione di miele in Umbria. “Perdite intorno al milione di euro”

Pubblicato il 20 Maggio 2019 10:57 - Modificato il 5 Settembre 2023 14:58

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

A Foligno militari in campo per la raccolta di sangue

Donazione collettiva per 25 membri dell’esercito e dell’aeronautica militare. Tra loro anche il generale Brafa Musicoro alla guida del Csrne

A Foligno inaugurata la nuova sede del Coworking

Presenti all’evento di apertura oltre 200 persone che hanno affollato i locali di via Oberdan dello spazio di lavoro condiviso della città. Salvucci: “Resistere e ripartire sono le priorità che ci siamo dati”

Foligno celebra la sua liberazione. Meloni: “Mai dare per scontati libertà e democrazia”

Nella mattinata di lunedì 16 giugno le celebrazioni in piazza Don Minzoni per gli 81 anni trascorsi dalla lotta delle truppe alleate e dei partigiani contro i tedeschi. “A chi compì questa impresa il nostro più vivo plauso e doveroso ringraziamento”

A rischio, in Umbria, la produzione di miele per il 2019. L’allarme arriva da Vincenzo Paniettieri, presidente dell’Associazione produttori apistici umbri, che parla ad oggi di un vero e proprio azzeramento della produzione. Colpa del maltempo che sta imperversando sul Cuore verde d’Italia in queste settimane e che – come accaduto anche nel resto d’Italia – ha compromesso le fioriture, impedendo alle api di raccogliere il nettare.

“La situazione è pesante – commenta -. Le famiglie di api sono in regressione e quel poco di miele che erano riuscite a produrre, lo hanno mangiato, per nutrirsi”. Ed ora che è finito anche quello si rende necessario sostenerle, “attraverso – prosegue Vincenzo Panettieri – nutrizioni di soccorso a base di soluzioni zuccherine”. “In condizioni normali – aggiunge – a quest’ora saremmo stati ad un terzo della produzione”. Produzione che in Umbria si attesta, stagionalmente, tra i tre e i tre milioni e mezzo di euro. Così, invece, potrebbe non essere quest’anno. “Anche perché – spiega il presidente Apau – se anche arrivasse il beltempo e i fiori iniziassero a produrre nettare, la situazione risulterebbe comunque compromessa dalla regressione delle famiglie. Regressione che, qualora non avesse riguardato il cento per cento dei 42mila alveari presenti in Umbria, ma ipotizziamo solamente un 70 per cento, comporterebbe comunque perdite economiche dell’ordine del milione di euro”.

Insomma, non c’è pace per il mondo dell’apicoltura, che già due anni fa aveva dovuto fare i conti con una stagione difficile, anche se in quel caso a compromettere la produzione di miele era stata la siccità. “Cambiano le condizioni climatiche – ha quindi sottolineato Panettieri – ma gli effetti sono sempre gli stessi. Quest’anno – ha aggiunto – le speranze erano buone perché il lavoro delle api era partito bene, ma come accade sempre più spesso sono state disattese”.

Da qui la decisione di chiedere un incontro urgente all’assessore regionaleall’agricoltura, Fernanda Cecchini. “Vogliamo – ha concluso Panettieri – che sia informata sulla gravita della situazione”.

E a preoccupare è anche il settore della viticoltura. “Danni fino ad ora – ha dichiarato Filippo Antonelli, presidente del Consorzio Tutela Vini di Montefalco – non ce ne sono stati, ma l’acqua è comunque stata eccessiva”. Dal timore di un anno troppo siccitoso si è così passati a quello di uno troppo piovoso. “Non è facile entrare nei vigneti e gli sbalzi termici – ha aggiunto – hanno messo a dura prova i trattamenti effettuati contro le malattie. L’uva comunque è abbondante, per cui se il tempo si rimettesse – ha concluso – saremmo ancora in tempo per avere una buona stagione”.

Tutto sotto controllo, infine, per quanto riguarda l’olivicoltura. “Se torna il beltempo non dovrebbero esserci conseguenze – è il commento del presidente di Assoprol Perugia, Giulio Scatolini -. La cosa importante è che non arrivi un caldo eccessivo, che potrebbe ‘bruciare’ il passaggio dalla fioritura all’allegagione”.

Articoli correlati