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Casa del ragazzo, 70 anni al fianco dei giovani. Sigismondi: “Educatori, sappiate dire no”

Pubblicato il 2 Maggio 2019 16:27 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:01

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Settanta anni al fianco dei giovani. Sono quelli trascorsi da quel lontano 1949, quando l’intuizione di monsignor Guglielmo Spuntarelli ed altri brillanti concittadini portò all’apertura della Casa del ragazzo. Una realtà avviata con l’obiettivo di garantire una formazione professionale ai giovani, per inserirli all’interno del mondo del lavoro. La Casa del ragazzo oggi fa rete con le realtà di Perugia e Marsciano, Cnos-Fap che operano in puro stile salesiano guidate dagli insegnamenti di don Giovanni Bosco. Giovedì mattina la Diocesi di Foligno ha voluto festeggiare insieme alle istituzioni cittadine i settanta anni della Casa del ragazzo. Un traguardo che somiglia più ad un nuovo punto di partenza, grazie anche alla collaborazione della Fondazione Valter Baldaccini. “Ci hai saputo fare – afferma Nicoletta Marongiu, direttrice della Cnos Fap di Foligno, rivolgendo il suo pensiero al compianto monsignor Spuntarelli -. Non avevi niente e con niente te ne sei andato, lasciando un logo dove crescere ed imparare, da cui uscire a testa alta per affrontare il mondo. Anche se c’è ancora chi ci denigra, noi non ce ne curiamo e andiamo avanti”. Nel suo discorso, la direttrice Marongiu ha voluto ricordare anche Alfredo Mancini, braccio destro di monsignor Guglielo Spuntarelli al quale il parroco ha voluto intitolare parte della struttura. Ad accompagnare la Casa del ragazzo nel suo cammino da oggi c’è anche la Fondazione Valter Baldaccini, che si è voluta fare carico del restauro di parte del Cnos Fap: “Quando il sisma del 2016 ha colpito le nostre zone – afferma Beatrice Baldaccini, presidente della onlus – ci siamo chiesti cosa poter fare. Alla fine abbiamo scelto di intervenire qui, per dare ai ragazzi un ambiente più sano e sicuro, dove possono imparare a convivere con le diversità. Ogni educatore deve mantenere viva la fiammella che rimandi agli insegnamenti di don Bosco”. A portare il suo saluto anche il vescovo di Foligno, Gualtiero Sigismondi, che ha speso un pensiero particolare per l’ex sindaco Manlio Marini, finito in ospedale dopo un incidente. Il presule ha voluto rivolgere il suo sguardo verso il ruolo degli educatori, che quotidianamente formano i ragazzi del Cnos Fap. A loro monsignor Sigismondi ha riservato una “segnaletica dell’educatore”. Ogni cartello stradale è stato paragonato ad un obbligo o un divieto che gli educatori hanno verso i giovani. “L’educatore deve essere una persona autorevole e affidabile, perché la sua credibilità è data dalla sua autorevolezza e dalla sua affidabilità – sottolinea Gualtiero Sigismondi ai microfoni di Radio Gente Umbra -. Deve essere così affidabile da mantenere un rapporto asimmetrico: un educatore non può essere un amico o un fratello. Deve farsi coinvolgere senza farsi travolgere e deve sempre saper esultare vedendo i figli diventare padri, ovvero crescere in età, sapienza e grazia. Un vero educatore – conclude il vescovo Sigismondi – sa dire ‘no’ con la stessa dolcezza del ‘si’. Se un educatore non sa dire ‘no’, è perché cerca consenso ed è paternalista e non vuole bene ai ragazzi. I ‘no’ sono il fiore all’occhiello dell’amore che un educatore ha per i suoi ragazzi”. Prima della visita alle rinnovate strutture, accompagnate da un buffet realizzato dai giovani della Casa del ragazzo, ha preso la parola anche il sindaco Nando Mismetti: “Se non ci fossero stati luoghi come questo – si domanda il sindaco – quale sarebbe stato il futuro di migliaia di ragazzi? Le opportunità si colgono se c’è un mondo dell’educazione solido. A monsignor Spuntarelli va il riconoscimento di aver portato avanti un’idea che ha garantito ai giovani con più difficoltà di cogliere le opportunità della vita”. Nella mattinata di giovedì è stata scoperta anche una targa in ricordo dei festeggiamenti per i 70 anni, che riporta il logo del Cnos Fap e quello della Fondazione Valter Baldaccini. “La prima felicità del fanciullo è sapersi amato” riporta la targa, ovvero una delle frasi più significative di don Bosco.

Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

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