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Foligno, un’estetista in ospedale per togliere i segni fisici e psicologici delle cure oncologiche

Pubblicato il 15 Aprile 2019 14:56 - Modificato il 5 Settembre 2023 15:04

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Cancellare i segni della chemioterapia, per affrontare ancora meglio il percorso di cura. E’ l’obiettivo dichiarato del nuovo progetto di estetica oncologica avviato all’interno del reparto di Oncoematologia del “San Giovanni Battista”. Progetto avallato dalla Usl2, che porta la firma dell’Inner Wheel di Foligno e dell’associazione Donne Insieme, guidate rispettivamente dalle presidenti Paola Romagnoli e Giorgetta Paioncini. Saranno proprio queste due realtà a farsi carico dell’acquisto di tutti i prodotti utili ad effettuare i servizi estetici. Si tratta di dermocosmetici adatti per le pazienti che stanno effettuando cicli di chemioterapia e che verranno utilizzati da un’estetista che ha una speciale qualifica. Prosegue quindi il percorso che vede l’ospedale di Foligno mettere al centro la persona. Quello del “make-up oncologico” non è un servizio estetico fine a se stesso, ma punta a cancellare i segni che le forti cure oncologiche lasciano sulla cute delle pazienti, compresi quelli psicologici. Non solo farmaci quindi, ma un approccio multidisciplinare che permetterà alle donne in cura di affrontare ancora meglio la malattia, sentendosi belle nonostante tutto. Nel reparto di Oncologia ed Ematologia è stata allestita un’apposita stanza per il servizio. Un vero e proprio centro estetico che aprirà le porte due volte al mese e sarà curato da Orietta Reali, estetista Apeo con attestato Cepas, già impiegata nello stesso servizio all’interno del “San Matteo degli Infermi” di Spoleto (in questo caso, il progetto è stato promosso da giugno 2018 dall’Inner Wheel di Spoleto). “Questo è un servizio in più per la gestione degli effetti collaterali delle terapie – spiega la dottoressa Monica Sassi del reparto di Oncologia -. Purtroppo sappiamo bene che tutte le terapie utilizzate contro il cancro non sono solo curative ma hanno anche effetti collaterali. Le tossicità cutanee – prosegue la dottoressa – sono le più invalidanti: l’immagine e l’aspetto che i pazienti hanno di sé è importante per l’accettazione delle cure. Per noi questo è un grande passo che va ad influire positivamente anche a livello psicologico. La prima cosa che una donna vuole sapere quando inizia un ciclo di chemioterapia è se le cadranno i capelli. Questo testimonia il ruolo fondamentale che hanno l’aspetto estetico e psicologico per portare avanti una cura”. Il progetto avrà durata biennale, con la speranza di poterlo prolungare con un unico scopo: agire per il bene psico-fisico delle pazienti in cura.

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Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

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