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Centrali elettriche: la Regione dice “no” alla riorganizzazione dell’Enel

Pubblicato il 28 Ottobre 2014 16:15 - Modificato il 6 Settembre 2023 01:57

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Continua a tenere banco, in Umbria, la questione del ridimensionamento su cui stanno lavorando i vertici Enel e che nel Cuore Verde d’Italia prevede la soppressione delle zone di Foligno e Terni, delle unità operative di Spoleto, Magione ed Orvieto, e del distaccamento regionale dell’esercizio di Perugia. Ad esprimersi al riguardo è stato martedì mattina il consiglio regionale. Sul tavolo dell’assemblea è infatti approdato un ordine del giorno di contrarietà rispetto al piano annunciato da Enel. Proposto dall’Ufficio di presidenza e sollecitato dalle segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, il documento è stato approvato all’unanimità dai membri del consiglio. Un no condiviso, dunque, che ora la giunta dovrà ribadire in sede di colloquio con l’azienda e con il Governo nazionale. Il nuovo assetto firmato Enel è stato giudicato “fortemente penalizzante per l’Umbria, al punto da compromettere – si legge in una nota del consiglio – l’efficienza funzionale di un sistema regionale che – sottolineano – ha sempre dimostrato, alla luce di dati oggettivi e certificati e della specificità della conformazione geografica del territorio, elevati livelli di qualità del servizio”. Per l’Ente di palazzo Cesaroni “esistono in Umbria le condizioni oggettive per la realizzazione di due zone equilibrate come estensione territoriale e numero dei clienti, che garantirebbe un maggiore equilibrio funzionale e gestionale rispetto a quello che si avrebbe con un’unica zona, la quale, con un numero di circa 480mila clienti, risulterebbe fortemente sovradimensionata”. Nell’atto è scritto, inoltre, che la nuova organizzazione determinerebbe “una riduzione delle zone e delle unità operative pari al 67 ed al 43 per cento, largamente superiore a quella prevista a livello nazionale, pari a circa il 33 per cento”. Senza considerare – si legge infine nel documento consiliare – che “l’accentramento totale di funzioni strategiche e funzionali su Firenze – a discapito di Perugia – priverebbe l’Umbria di una posizione di rilievo nella direzione con potenziali ricadute rispetto all’analisi degli impatti ambientali e all’intervento su situazioni di emergenza”.  

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