“Siamo 56mila abitanti con 56mila problemi, ma abbiamo anche 56mila soluzioni e ci dobbiamo sentire comunità”. È uno dei passaggi che ha accompagnato il primo intervento da candidato sindaco di Foligno per la coalizione progressista (Pd, Movimento 5 Stelle, Foligno 2030, Patto x Foligno e Foligno in Comune) di Mauro Masciotti. Parlando in piazza San Domenico, circondato dalle forze politiche locali e regionali e civiche che lo sostengono, Masciotti si è soffermato sulla necessità di dare attenzione a tutti, “perché – ha dichiarato – ogni cittadino ha lo stesso valore del primo cittadino”. Vicinanza, dunque, agli imprenditori, ai commercianti, ad un ceto medio che, ha detto, “sta morendo”, per “riuscire veramente ad aiutare anche le fasce più deboli”. Un appello, quindi, alla coesione, a sentirsi tutti “parte di una comunità, di una grande famiglia” come punto di forza per “dare nuovo slancio alla nostra città”. Una Foligno, che per Mauro Masciotti “ha bisogno di essere aiutata ad uscire da una sorta di depressione che – ha proseguito – posso condividere con voi proprio grazie alla mia esperienza”.

Da anni e per anni vicino al mondo della carità e della solidarietà, dal quale ha spiegato di aver avuto moltissimo, si prepara ora a vivere una nuova “missione che – ha spiegato – adesso mi chiede un impegno ancora più alto e importante”, che ha scelto di portare avanti dopo un periodo di “grande riflessione e attenzione” che lo ha aiutato a capire “cosa vuol dire poter essere, adesso, presenti e vivi per aiutare la città”. Ha citato don Tonino Bello, ricordando come “non possiamo soltanto vivere di speranza, ma c’è bisogno di portare quella speranza ai nostri concittadini”, e anche Giorgio La Pira. “Grazie a lui e alla sua utopia politica – ha dichiarato – ho iniziato la mia attività sociale a Bologna 30 anni fa”. Lontano da Foligno per vent’anni, a Foligno è tornato per quello che ha definito un “grande amore” per la sua città.
Ha parlato del suo “disagio come genitore e cittadino”. “La mia generazione – ha sottolineato – si trova in un momento in cui non si può più vivere in maniera neutrale, aspettando che altri si adoperino per noi, c’è bisogno veramente di scendere in campo. Lo faccio per i miei figli e per tutti i figli della nostra città”. Troppi quelli costretti a trasferirsi al nord o all’estero. “È un’emorragia – ha commentato – che dobbiamo fermare assolutamente”.

E sulla sua scelta di accettare la proposta della coalizione progressista ha detto: “Credo nel mio essere cattolico, cristiano e moderato e credo che sia importante che si possa ridare stimolo a tutta la gente di buona volontà che vive in questo mondo, affinché abbia la forza di riprendersi quello spazio che è venuto a mancare negli ultimi decenni”. Rivolgendosi alle forze politiche e civiche che lo hanno chiamato a scendere in campo, ha detto: “Apprezzo moltissimo la forza con la quale mi è stato chiesto questo nuovo ruolo da parte di questa grande coalizione, perché soltanto insieme possiamo dare speranza alla nostra città e alla nostra regione”. Insieme porteranno avanti un programma che ha definito “bellissimo e difficile”, augurandosi di poter “andare a toccare i cuori di tutte le persone che fino ad oggi hanno pensato che la politica non facesse parte della loro vita. La politica è un dovere, ci credo e vorrei arrivare a tutti coloro che da anni non vanno a votare”. Ed è anche a loro che parlerà in questi cento giorni che lo separano dalle elezioni. Tre mesi che auspica possano essere “belli e fruttuosi”, nel corso dei quali si dice pronto a portare avanti una campagna elettorale “propositiva” senza “veleni e odio”. “Perché altrimenti – ha aggiunto – cadremmo in un solco sbagliato e spero che questo sia compreso e accettato da tutti i candidati: questo sarà il mio percorso”. “Voglio camminare con forza e con convinzione con tutti voi – ha quindi concluso -, trasformando questa città solo di palazzi e strade in una comunità”.