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L’eccellenza del suono è made in Foligno

Daniele Melelli e Alice Porcu compongono una coppia perfetta nella vita e nel lavoro: la loro Atomica Audio Solutions produce casse acustiche richieste dagli amanti della musica di tutto il mondo. Li abbiamo incontrati per conoscere il segreto del loro successo

Pubblicato il 6 Gennaio 2025 12:57 - Modificato il 8 Gennaio 2025 12:31

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La musica è faccenda di ingegneri e artigiani del legno. Gente che conosce la geometria, le venature dell’okumè, il riverbero di un pannello fonoassorbente. Perché la musica non è solo dei musicisti, è anche di chi riesce a fartela toccare. Con il cuore e con il corpo. Questa è la musica, un’esperienza che tocca anima e pelle. Poco importa quale sia il tuo artista preferito, il tuo desert island disk, è come la musica ti tocca che fa la differenza. E a Foligno c’è chi da anni studia e lavora per fare dell’ascolto musicale un viaggio sensoriale unico, straordinario e ripetibile ogni volta che si vuole premendo il tasto play. Parliamo di un’eccellenza mondiale che si divide tra la zona industriale de La Paciana e la frazione di Casale e questa è la storia delle casse acustiche Atomica Audio Solutions, di Daniele e Alice che insieme custodiscono le chiavi della musica. 

Dalla poesia alla prosa. Partendo dalla storia di Daniele Melelli, CEO di Atomica, ingegnere del suono e dello spettacolo da sempre appassionato di elettronica e capace di realizzare da solo il suo primo impianto audio hi-fi all’età di 16 anni. Al suo fianco, nel lavoro e nella vita, c’è Alice Porcu, arrivata al momento giusto per perfezionare, con i suoi studi sulla lavorazione del legno, i progetti dei diffusori acustici passivi che oggi, qualche anno dopo il loro incontro, Atomica vende in tutto il mondo. Un’eccellenza, appunto. Artigiani del suono capaci di creare prodotti premiati a livello internazionale e amatissimi dall’esigente pubblico degli audiofili, ma prima ancora dagli amanti della musica. 

Daniele, raccontaci cosa fai esattamente.

“Realizzo casse acustiche passive, non amplificate. Dentro ci sono circuiti e altri componenti che servono a indirizzare le giuste quantità di segnale negli altoparlanti. A far arrivare la musica nel modo migliore. Per farlo non adotto soluzioni esoteriche, progetto e realizzo prodotti pensati per ricreare un’immagine del suono la più godibile possibile”

La tua è una passione che viene da lontano…

“Sono sempre stato affascinato dal mondo della musica e dell’elettronica. A due anni il mio ‘gioco’ preferito era ascoltare i vinili, poi alle elementari è cominciata la sperimentazione su elettroniche e circuiti. Per realizzare le casse Atomica sono partito dalla tradizione e ho aggiunto innovazioni sui materiali dei box, sui circuiti interni. Ho lavorato sulla dispersione polare, sul punto di incrocio del crossover. In mezzo ci sono questioni geometriche, ma anche una grande ricerca sul metodo di costruzione delle casse”

Ricerca e molta innovazione.

“Ho depositato due brevetti. Due sistemi fisici che agendo sul vetro o sul legno utilizzato per le casse, consentono di sintonizzare le apparecchiature all’ambiente dove sono collocate. In pratica si tratta di due regolatori di campo sonoro. Per raggiungere lo scopo, ovvero far godere la musica nel miglior modo per l’ascoltatore, occorre una visione, una progettazione accurata e tecnologie integrate”

Quando è arrivata la vera svolta di Atomica?


“Insieme ad Alice, nel 2016, ho partecipato a Vicenza a un concorso di progettazione di diffusori acustici che è stato poi la base per l’avvio della produzione in serie della serie Floor. Abbiamo vinto il primo premio che, tra le altre cose, consisteva nel finanziamento necessario per avviare un catalogo di prodotti, una linea nostra”

Alice, il vostro è un connubio che suona bene. Tu ti occupi del legno, giusto?

“Il legno è la mia passione. Ho studiato e approfondito il restauro, l’intaglio e in generale la sua lavorazione frequentando un corso intensivo e molto strutturato che mi ha permesso di conoscere questa materia che per me è viva, animata. Del legno adoro l’odore, il colore, le venature”

Daniele, chi acquista le vostre casse acustiche?


“Vendiamo poco in Italia, è un mercato complesso. Forse perché ci sono meno appassionati, non saprei. Per certo i nostri prodotti vanno benissimo in Cina, nelle Filippine, ad Hong Kong, in Canada e in Inghilterra. La nostra è una produzione volutamente limitata, abbiamo conservato un approccio artigianale cui siamo stati sempre fedeli”

Qual è l’identikit del vostro cliente tipo?

“Gli audiofili incalliti cercano il marchio blasonato, questo è quello che ho capito nel tempo. Ma gli amanti della musica, nel senso più profondo del termine, in realtà vogliono altro. Vogliono godere della musica, toccarla. Impianti come quelli che progetto servono proprio a questo: a godere della musica. I nostri clienti sono gli amanti della musica nel senso più profondo del termine”

C’è qualche nome noto tra i fan di Atomica?

“Potrei citare Boosta dei Subsonica, ma ce ne sono diversi altri. I più interessati sono comunque gli appassionati di musica del mercato orientale. Molti di loro ci chiedono personalizzazioni, hanno delle richieste specifiche. D’altronde abbiamo iniziato così, realizzando casse custom”

Sogni nel cassetto?

“Spero di poter continuare a fare questo mestiere sempre e con la stessa passione, è il modo migliore che conosco per sfogare la mia inquietudine creativa”

C’è un segreto dietro Atomica?


“La grande attenzione a tutto, a cominciare dal progetto: inizio sempre con un’idea di cosa voglio ottenere. E poi la cura dei dettagli, dalle lavorazioni delle parti in metallo, in legno e vetro, la scelta dei componenti, le saldature, le anodizzazioni, le verniciature. Infine le prove di ascolto: tutti i nostri diffusori vengono testati personalmente e per lungo tempo”

Che musica ascolta un ingegnere del suono?

“Sono un fan della musica anni ’70, ascolto progressive, classica, i cantautori. Poco la musica moderna. Ho solo dischi e cd, non so cosa sia Spotify. O meglio, lo so ma non lo uso. I migliori supporti sono il vinile e i cd, sono capaci di dare una resa molto buona con un impianto hi-fi serio. È vero che la musica liquida è molto migliorata, ma resto fedele agli altri formati. E poi non mi piace che sia un algoritmo a scegliere per me, la musica va cercata e ricercata”

Da poco in casa Atomica è arrivata una novità, la stanza del suono.

“È la naturale evoluzione di questo lavoro. Un posto pensato e creato per ospitare persone che vogliono immergersi in un ascolto profondo, unico. Ogni elemento nella stanza del suono è infatti pensato per ottenere un risultato immersivo, con una diffusione del suono uniforme e autentica”

C’è un ascolto ideale della musica?

“Il mio modo di costruire casse acustiche rispecchia quello che voglio io per la musica, il mio ideale di ascolto. Gli strumenti, le voci, la musica devono invadere il tuo ambiente, arrivarti addosso, toccarti e farti toccare la musica”. 

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