No a un 25 aprile “silenziato”. Si alza forte il grido di protesta nei confronti della decisione del sindaco di Foligno, Stefano Zuccarini, di annullare i discorsi pubblici in piazza e l’esecuzione dell’Inno di Mameli da parte della Filarmonica di Belfiore in occasione degli 80 anni dalla Liberazione d’Italia dalla dittatura nazifascista. La scelta di modificare il cerimoniale, che interessa anche l’annullamento della visita al cimitero di guerra a Rivotorto di Assisi, è stata presa all’indomani del lutto nazionale di cinque giorni proclamato dal Governo. Giorni nei quali è arrivato l’invito da parte di palazzo Chigi a svolgere tutte le manifestazioni pubbliche in modo sobrio. “Cosa avranno voluto dire di non ‘sobrio’ nei loro interventi il presidente del consiglio comunale e il sindaco?” si domanda uno dei tanti utenti intervenuto sui social. Ed è proprio sui social che, nelle ultime ore, si è innescata una forte polemica nei confronti della decisione. La condanna verso la scelta del Comune di Foligno sembra unanime: “Bisognerebbe capire la differenza tra festeggiare e celebrare – scrive un’altra utente su Facebook -. Sono cose ben diverse”.
A rimarcare l’importanza di non rimanere in silenzio nel giorno in cui si commemora chi ha donato la propria vita per la liberazione del Paese sono anche i gruppi di minoranza che siedono in consiglio comunale: “Vale la pena ricordare che il presidente della Repubblica terrà il suo discorso a Genova, città medaglia d’oro della Resistenza – scrive l’opposizione cittadina in una nota, annunciando la propria presenza in piazza e invitando i cittadini a fare altrettanto -. Anche Foligno avrebbe potuto e dovuto fare la sua parte. Non farlo è un’occasione persa, un segnale preoccupante”. “La memoria non si silenzia – proseguono i gruppi di minoranza, tornando sulla questione dell’annullamento dei discorsi ufficiali -. Riteniamo profondamente deplorevole che l’amministrazione comunale scelga di sottrarsi a questo dovere civile. Comprendiamo che ricordare la Resistenza possa essere scomodo per chi non ne riconosce appieno il valore, ma evitare il confronto con la storia non è altro che un segnale di debolezza. Il sindaco, scegliendo il silenzio, si è sottratto alla responsabilità di rappresentare tutta la comunità in un momento di memoria condivisa”.
A dire la sua è anche Malcom Angelucci, presidente di Aned Umbria (Associazione nazionale ex deportati nei lager nazisti): “Apprendiamo con sorpresa e stupore la decisione da parte del sindaco di Foligno di cancellare il tradizionale discorso in piazza in occasione della Festa della Liberazione. La nostra associazione – spiega Angelucci – riunisce e rappresenta famiglie di percorsi e appartenenze politiche differenti, unite da una tragica storia comune e dall’impegno per la pace, la democrazia e la difesa della memoria storica. Nel folignate, la deportazione è stata intrinsecamente una questione politica: una questione di antifascismo e di Resistenza. Il sacrificio di questi giovani è, come la lotta di tantissime donne e uomini antifascisti, il fondamento di un’Italia libera e democratica e delle sue istituzioni. Ci aspettiamo che un sindaco – prosegue il presidente di Aned Umbria – in occasione del 25 aprile, e ancor più in occasione dell’80esimo anniversario della Liberazione, voglia e sappia sottolineare questo legame, e in questo senso parlare a chi, sorelle e fratelli, figlie e figli, nipoti, amici, tiene vivo nella memoria familiare e collettiva il coraggio di chi ci ha preceduti, e ci ha permesso di vivere in un paese democratico. Parole sobrie – conclude – parole semplici nel rispetto di un lutto nazionale prolungato, anche soltanto le parole di circostanza a cui spesso siamo abituate e abituati suonano meglio di un silenzio e delle sue mille interpretazioni politiche possibili”.