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Cantiere sequestrato a Foligno, i sindacati chiedono un tavolo urgente a Comune Regione

Per Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Uil occorre un cambio di passo su controlli, prevenzione e partecipazione. Il gruppo consiliare del Pd annuncia un’interpellanza: “Vogliamo spiegazioni”

Pubblicato il 15 Maggio 2025 17:49 - Modificato il 16 Maggio 2025 17:25

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La convocazione urgente di un tavolo da parte del Comune di Foligno e della Regione Umbria. Lo chiedono, in un comunicato unitario, Elisabetta Masciarri di Fillea Cgil, Emanuele Petrini di Filca Cisl e Alessio Panfili di Feneal Uil, a seguito del sequestro da parte dei carabinieri del Nucleo Ispettorato del lavoro di Perugia del cantiere di Corvia, in cui erano in corso i lavori di riqualificazione del ciclodromo con fondi Pnrr. “Gravi violazioni in materia di salute e sicurezza” i motivi che hanno portato il personale del Nil al sequestro preventivo dell’area e su cui sono intervenuti i sindacati, rilanciando “nuovamente e con forza l’allarme sulla gestione degli appalti pubblici, a partire da quelli legati al Piano nazionale di ripresa e resilienza, e la necessità di aumentare i controlli su tutti i cantieri”.

Per le tre sigle sindacali quanto accaduto a Foligno è “emblematico”. “Nonostante l’impegno del sindacato, che ha promosso e sottoscritto un Protocollo di legalità e sicurezza trasmesso a tutte le stazioni appaltanti – hanno dichiarato a questo proposito – nessuna amministrazione ha finora dato seguito concreto convocando tavoli operativi di confronto e monitoraggio. Una gravissima mancanza che oggi si traduce in violazioni evidenti e inaccettabili, come l’impiego irregolare di un lavoratore privo di permesso di soggiorno in un cantiere pubblico”.

Da qui dunque, come detto, la richiesta della convocazione urgente di un tavolo a Comune e Regione, mentre il gruppo consiliare del Pd annuncia un’interpellanza. “Il Comune di Foligno ci dovrà dare delle spiegazioni – fanno sapere in una nota i ‘dem’ – anche perché risulta avere, dai cartelli affissi presso il cantiere, funzioni dirette, almeno sul terreno squisitamente tecnico” “Non è un caso – aggiungono dal gruppo consiliare folignate – che il Pd sostiene anche in vista del referendum del 8 e 9 giugno, la responsabilità diretta del committente, per evitare la logica devastante del subappalto e della deresponsabilizzazione, che inevitabilmente si scarica sul soggetto più debole, cioè il lavoratore. In questo caso si dimostra la validità del referendum sugli appalti, che estende la responsabilità solidale del committente, dell’appaltatore e del subappaltatore. Il fatto che questi  referendum non piacciano alla giunta di Foligno – rilanciano dal gruppo di opposizione – l’abbiamo verificato anche nella discussione della prima commissione comunale dove, con il voto contrario di tutta l’opposizione, si sono voluti limitare, da parte della Giunta, gli spazi referendari, con il misero obiettivo di risparmiare ben 1.400  euro”. Tornando invece alla vicenda di Corvia, il Partito democratico chiede “che si faccia piena chiarezza”.

Oltre al sequestro preventivo dell’area, l’accesso ispettivo del Nil ha portato alla denuncia del titolare della ditta affidataria esecutrice dei lavori e al delegato facente funzioni, ma non solo. Nei guai anche l’impresa subappaltante, sempre per questioni legate alla salute e alla sicurezza ma anche alla scoperta della presenza di un lavoratore “in nero”, risultato privo del permesso di soggiorno. Comminate, inoltre, sanzioni per oltre 23mila euro. 

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