Angela Celentano, scomparsa a 3 anni il 10 agosto 1996 durante una gita sul monte Faito. Denise Pipitone, poco meno di 4 anni, sparita nel nulla il primo settembre del 2004 a Mazara del Vallo. E poi la piccola Kata, la bambina peruviana di 5 anni che viveva nell’ex hotel Astor di Firenze insieme alla famiglia, di cui si sono perse le tracce il 10 giugno del 2023. Tre bambine con tre diverse storie, ma un unico comune denominatore: di loro non si sa più nulla. Sono scomparse e mai più ritrovate. I loro nomi risuonano ancora nella mente e ciclicamente rimbalzano nelle cronache. Ferite aperte che non si sono mai rimarginate. E come loro sono tantissimi i bambini che spariscono quotidianamente. In Italia dal primo gennaio scorso se ne contano già 4.589. Ecco perché è bene che l’attenzione dell’opinione pubblica resti sempre alta di fronte ad un fenomeno tragico come quello dei minori scomparsi, ai quali è stata dedicata anche una giornata internazionale il 25 maggio. Un giornata celebrata anche in Umbria con una doppia iniziativa organizzata dalla polizia di Stato di Perugia all’aeroporto “San Francesco di Assisi” e a Foligno.

E proprio nella città della Quintana, nella mattinata di domenica 25 maggio, sono state numerose le persone che hanno fatto tappa allo stand allestito in largo Carducci, lì dove gli agenti del locale commissariato si sono messi a disposizione della comunità, distribuendo materiale informativo e fornendo tutte le indicazioni necessarie affinché la collaborazione tra le forze di polizia e i cittadini sia il più fattiva possibile quando si registrano casi di minori scomparsi. Grande interesse, dunque, quello manifestato da folignati e turisti che, approfittando della bella giornata per fare una passeggiata in centro, si sono fermati a parlare con il personale specializzato della polizia di Stato. Un bilancio positivo, quello tracciato dagli operatori in campo, che hanno avuto modo di incontrare anche tanti bambini insieme ai loro genitori. L’iniziativa, dunque, ha avuto un buon seguito, riuscendo con tutta probabilità a centrare l’obiettivo che il Dipartimento della pubblica sicurezza – Direzione centrale anticrimine, insieme all’International centre for missing & exploit children (Icmec), si erano dati: quello, cioè, sensibilizzare la comunità, di accendere l’attenzione nei confronti degli altri, soprattutto quando per “altri” si fa riferimento a bambini e bambine indifesi che, dunque, vanno protetti.