Disagio giovanile. Questo il tema discusso in occasione della riunione della terza commissione consiliare convocata proprio per avviare un confronto insieme agli assessori competenti, i dirigenti delle scuole della città, la comandante della polizia locale Simonetta Daidone, i rappresentanti del distretto sanitario Usl Umbria 2 e non solo. Un incontro convocato a causa “del diffuso malessere nei giovani che nasce da fattori sociali e familiari – come ha spiegato la presidente dell’assise Tiziana Filena (Fratelli d’Italia) – che coinvolge l’intera comunità. Siamo qui per intervenire con una rete condivisa, risolvere le problematiche e prevenirle”.
Numerosi i punti che sono stati toccati durante l’incontro, a partire dalla descrizione dei servizi già presenti sul territorio da parte della dirigente dell’area diritti di cittadinanza del Comune di Foligno, Sandra Ansuini, che ponendo numerosi elementi sul tavolo di concertazione ha spiegato anche come i servizi dell’ente comunale si occupino di giovani con una fascia d’età che va dai 14 ai 21 anni. “Ad oggi in carico con il tribunale – ha aggiunto – abbiamo 131 ragazzi in questa fascia d’età, e le motivazioni sono le più diverse, vanno da situazioni legate al Sert, alla violenza, alla conflittualità familiare e non solo. Sostanzialmente derivano da un disagio, ed è importante cercare di prevenire, ma dobbiamo fare rete. Ognuno può fare la sua parte ma insieme possiamo dare una soluzione più rispondente al disagio giovanile, sia comportamentale che relazionale”.
“Il consultorio – è intervenuta Francesca Montagnoli, assistente sociale del consultorio familiare e del consultorio giovani di Foligno – non si arrende alla possibilità di promuovere percorsi di educazione affettiva. Gli esperti non bastano, serve la buona volontà degli insegnanti che possano parlare durante tutto l’anno didattico di quelle che sono le trasformazioni del corpo e le sensazioni legate ad esso. Gli studenti hanno diritto di avere notizie corrette, è un diritto costituzionale, perché da dove attingono informazioni spesso i contenuti non sono scientifici”.
“Quello che c’è non basta – ha poi detto la dirigente del liceo scientifico ‘Marconi’ Maria Paola Sebastiani –, altrimenti non saremmo qui a discuterne. Abbiamo un’umanità giovanile molto sofferente e non so da cosa possiamo cominciare. Intanto possiamo darci il compito di vederci e lavorarci. Abbiamo delle richieste molto basiche che possono essere messe sul tavolo – ha proseguito –. Per esempio, al livello di sicurezza abbiamo bisogno ci sia un presidio al Plateatico, un’area di spaccio perfetta, ma anche di uno all’entrata e all’uscita da scuola. Ma anche di presídi tra le vie della movida. È necessario inoltre dare supporto alle realtà associative e culturali della città. Le conferenze non funzionano, siamo pieni di incontri, ma servono a noi adulti e a chi li organizza per dire di aver fatto qualcosa”.
Presente all’incontro anche la dirigente dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Da Vinci”, Simona Lazzari che è intervenuta chiedendo “maggiore ascolto alle scuole su ciò che serve, con la programmazione, ad esempio, delle offerte culturali che siano rispondenti alle esigenze degli studenti. Le problematiche delle famiglie nascono da una mancanza dei servizi a sostegno. Dobbiamo intercettare quelle famiglie che non partecipano alle varie attività, i cui figli, dopo un po’, smettono anche di venire a scuola. È necessario fare tavoli più specifici – ha concluso – per una mappatura seria. Noi dirigenti abbiamo chiaro quello che serve. Bisogna puntare attenzione su ciò che per i ragazzi è un rifugio, fornendo contributi a spazi come le parrocchie o le realtà come Protemus e ad altri enti del terzo settore”.
“Altro disagio profondo che coinvolge i ragazzi di quest’età – è poi intervenuta la dirigente del liceo classico “Frezzi – Beata Angela”, Maria Marinangeli – è quello legato ai disturbi alimentari, molto presente nella mia scuola, dove abbiamo diverse studentesse ricoverate in strutture alle quali eroghiamo didattica a distanza. Vorrei però che si evitasse di far diventare la scuola un centro di medicalizzazione. La scuola – ha poi detto – deve immettere semi e germogli di bellezza ed è in grado di fare questo. Possiamo far germogliare la tanta bellezza che i nostri giovani hanno, che sono nettamente migliori di come vengono descritti”.
A partire da ottobre, come ha poi informato la dirigente della polizia Municipale Simonetta Daidone, partiranno dei controlli tra gli istituti. “Con le altre forze di polizia – ha spiegato – verranno fatti controlli con le unità cinofile all’entrata all’uscita da scuola, per contrastare il consumo e la cessione delle sostanze stupefacenti. Controlli periodici che verranno effettuati sia in prossimità degli istituti secondari di secondo grado, che di quelli secondari di primo grado”.
Presenti all’incontro anche le dirigenti degli istituti primari che hanno sottolineato come il disagio giovanile si manifesti sin dai primissimi anni di età, per poi sfociare in problematiche più serie e urgenti con la crescita.