Una nuova truffa telefonica. È quella in cui ha rischiato di cadere un’ultranovantenne di Foligno che però, come accaduto fortunatamente anche in altri episodi simili, si è dimostrata più scaltra dei truffatori. Dall’altra parte della cornetta un sedicente maggiore dell’Arma. A cambiare, però, il motivo della chiamata. Nessun figlio coinvolto in un incidente da far uscire dal carcere dietro il pagamento di un’importante somma di denaro, ma accertamenti investigativi su una grossa rapina in gioielleria, specificando come la sua auto fosse stata notata sulla scena del crimine. La richiesta, quella di descrivere minuziosamente tutti i gioielli presenti in casa, così da accertare l’eventuale corrispondenza con quelli rubati.
L’anziana signora folignate, però, ha subito fiutato qualcosa di strano e con la scusa di andare nella stanza in cui teneva alcuni gioielli, ne ha approfittato per chiamare contestualmente la polizia con il proprio cellulare. Da lì, è partita l’operazione degli agenti agli ordini del vice questore aggiunto Adriano Felici, che ha portato all’arresto in flagranza di un 46enne – già noto per i reati di ricettazione, accesso abusivo a sistema informatico, truffa e guida sotto l’effetto di sostanze stupefacenti – per tentata truffa aggravata.
Quando, infatti, l’operatore del commissariato folignate ha ricevuto la chiamata della donna, le ha spiegato che, con ogni probabilità, era in atto un tentativo di truffa e che quindi avrebbe subito inviato degli agenti in borghese nella sua abitazione. Lanciato l’allarme, la signora è quindi tornata a parlare con il finto carabiniere, elencandogli tutti i gioielli che possedeva. Ottenuta la descrizione dei preziosi, il truffatore ha quindi invitato la vittima a non muoversi da casa e ad attendere l’arrivo di un non meglio precisato addetto del Tribunale, incaricato di prendere in consegna i suoi gioielli solo con lo scopo di effettuare un accertamento.
Quando il 46enne, però, ha raggiunto l’abitazione dell’anziana, ha trovato ad aspettarlo i poliziotti, che lo hanno subito bloccato e portato negli uffici di via Garibaldi. Lì, è stata ricostruita l’intera dinamica dell’episodio e dopo tutti gli atti di rito, l’uomo è stato arrestato in flagranza con l’accusa – come detto – di tentata truffa aggravata. Nella giornata di mercoledì l’arresto del 46enne è stato convalidato dal Tribunale di Spoleto. A carico dell’uomo è stato avviato anche un procedimento amministrativo finalizzato all’emissione del foglio di via obbligatorio da parte del questore di Perugia, Dario Sallustio, con tanto di divieto a tornare nel territorio comunale folignate.