Nel sistema locale del lavoro di Foligno ci sono 34.400 occupati e 2.100 persone in cercaoccupazione. A segnalarlo il consigliere comunale del Pd folignate Mario Bravi, a seguito della recente pubblicazione, da parte dell’Istat, di dati relativi alle trasformazioni del lavoro nei vari territori italiani. Nello specifico, il sistema locale del lavoro di Foligno che, puntualizza Bravi, “oltre al comune capoluogo è formato da Spello, Bevagna, Montefalco, Valtopina, Trevi e Sellano conta 34.400 occupati e 2.100 persone in cerca di occupazione, mentre la popolazione al di sopra dei 15 anni è di 72.400 unità, all’interno della quale 21mila sono pensionati”.
Gli addetti nelle imprese ad alta tecnologia, riporta ancora il consigliere “dem”, sono il 24,91%, mentre i dipendenti delle grandi imprese costituiscono il 30,74%. “Per quanto riguarda le microimprese – prosegue –, i lavoratori indipendenti (autonomi) costituiscono il 92,90% mentre i lavoratori dipendenti dalle piccole imprese costituiscono il 24,44% del totale. Interessante è il dato sulla presenza femminile nel mercato del lavoro folignate che costituisce il 53,91% del totale”.
In tutta Italia sono stati individuati 511 sistemi locali del lavoro (SLL), cioè “insiemi contigui di comuni – precisa – nei quali la maggior parte della popolazione risiede e lavora, e costituiscono una geografia di tipo funzionale, ossia che non necessariamente coincide con i confini amministrativi. Si affronta in questo studio – aggiunge –, in maniera prioritaria, il tema della domanda e dell’offerta di lavoro”. I sistemi locali del lavoro costituiscono partizioni, specifica sempre il consigliare cittadino, abbastanza omogenee e comparabili e consentono di riflettere sulle trasformazioni del mercato del lavoro a livello locale.
“È evidente, come è stato analizzato dall’Aur (Agenzia Umbria Ricerca, ndr), che il nostro territorio su scala regionale e anche locale soffre di una dinamica strutturale di bassi salari – puntualizza Bravi –, con reddito medio dell’8% inferiore alla media nazionale, a testimonianza che spesso l’occupazione non consente l’uscita della povertà crescente e questo spiega, come rilevato sempre dall’Istat, il calo dei consumi, soprattutto per quelli alimentari”.
Dallo studio dei dati dell’Istituto di statistica, Bravi analizza come “confrontando i dati del territorio di Foligno con le altre realtà umbre emerge una maggiore dinamicità sul versante delle imprese ad alta tecnologia e anche per quanto riguarda una presenza maggiore di aziende di grandi dimensioni”.
“Sono tutti aspetti – conclude il consigliere ‘dem’ – che richiederebbero un’attenta riflessione anche da parte delle istituzioni locali per creare le condizioni per un maggiore sviluppo del nostro territorio, che sia basato sulla qualità e sul contrasto al lavoro povero, che è ancora fortemente presente e che dovrebbe essere contrastato anche con l’istituzione di un salario minimo orario legale e vitale”.