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Legambiente premia Bubo Social Farm come “ambasciatore dell’agroecologia”

Ideato da Graziano Sampaolo in collaborazione con Cia Umbria a Nocera Umbra, il progetto propone percorsi di ortoterapia e attività a contatto con animali per ragazzi con problemi psichiatrici

Pubblicato il 24 Novembre 2025 12:13

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Una fattoria che produce ortaggi biologici promuovendo l’inclusione sociale e il reinserimento di persone fragili. Bubo Social Farm è il progetto che Legambiente nazionale ha deciso di premiare come modello virtuoso in occasione del settimo Forum nazionale dell’Agroecologia. Graziano Sampaolo, ideatore e titolare dell’azienda agricola dove ha luogo il progetto, insieme al suo staff è stato premiato come “ambasciatore dell’agroecologia”.

L’azienda nasce a Nocera Umbra, dove Sampaolo ha dato vita ad un’Associazione temporanea di scopo (Ats) dal nome Bubo Social Farm – Incontrarsi lungo il Cammino. Finanziato dalla misura 16.9 del Programma di sviluppo rurale per l’Umbria 2014/2020 in agricoltura sociale, il progetto ha l’obiettivo di favorire la piena consapevolezza e l’autonomia dei ragazzi con problemi psichiatrici.

Come spiegato proprio da Graziano Sampaolo, Bubo Social Farm si occupa di organizzare e sviluppare “percorsi di ortoterapia e attività a contatto con gli animali volti all’integrazione e inclusione sociale. Attraverso percorsi riabilitativi – dice –, anche in collaborazione con l’Usl Umbria 2 e con il supporto di professionisti qualificati, le persone coinvolte hanno la possibilità di sviluppare le proprie caratteristiche individuali per il raggiungimento degli obiettivi di sviluppo personalizzati”.

L’azienda coltiva ortaggi biologici, produce uova ed essicca i propri prodotti con metodi sostenibili. I risultati di questo lavoro, poi, vengono venduti direttamente nel loro punto vendita e nei mercati locali, come il Mercato dell’Arco Etrusco di Perugia.

A commentare il risultato raggiunto da Bubo Social Farm anche lo stesso Matteo Bartolini, presidente della Confederazione italiana agricoltori Umbria, che ha spiegato che “acquistare questi prodotti vuol dire finanziare un’agricoltura che non guarda solo al guadagno, ma pone la dignità dell’individuo e il valore dell’intero insieme sociale al centro del proprio operato. L’agricoltura sociale – conclude –, soprattutto nelle aree interne, può rappresentare una risposta concreta per contrastare lo spopolamento e ridare vitalità ai territori, creando opportunità di lavoro e di inclusione per le fasce più fragili della popolazione”.

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