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Nidi comunali, Cardarelli: “La raccolta firme è un atto strumentale”

Pubblicato il 7 Settembre 2015 15:37 - Modificato il 5 Settembre 2023 23:09

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Gli asili nido comunali di Spoleto tornano al centro del dibattito. Alla vigilia dell’ultimo appuntamento della raccolta firme lanciata dal comitato “Spoleto per i bambini”, che auspica il non smantellamento degli asili comunali, in programma per l’8 settembre, in via Flamina, ed in concomitanza con la Fiera di Loreto, ad intervenire in modo tutt’altro che morbido sono il primo cittadino, Fabrizio Cardarelli, e il vicesindaco con delega alla scuola, Maria Elena Bececco. “Raccogliere le firme dei cittadini, fornendo dati e informazioni non veritiere su un servizio importante e delicato come quello degli asili nido – afferma Cardarelli – è un atto strumentale attraverso il quale si sta cercando di portare avanti una battaglia politica assolutamente non comprensibile”. Il sindaco è tornato sulla vicenda quindi dopo la chiusura, annunciata nei mesi scorsi, della sezione lattanti al nido “Il Carillon” di Villa Redenta e alla luce degli ultimi dati relativi alle iscrizioni per l’anno scolastico 2015-2016. A quanto pare infatti, a margine di alcune rinunce, non risulterebbero più in lista d’attesa neanche i sei bambini che fino a qualche giorno fa erano rimasti fuori dagli asili nido. A guardar bene i numeri, quindi, la chiusura della sezione lattanti non avrebbe comportato particolari problemi dato che i posti disponibili tra San Giacomo e Villa Redenta, ad oggi, sono otto. “Un’amministrazione comunale – aggiunge il sindaco – ha il dovere di fare delle scelte sulla base dell’andamento di un servizio, delle risorse a disposizione e delle esigenze dei cittadini a cui quel servizio è destinato: agire diversamente, facendo finta di ignorare tutto ciò, significa non lavorare nell’interesse delle famiglie”. Anche il vicesindaco Bececco vede la situazione in modo diverso dal quadro presentato dal comitato “Spoleto per i bambini”. “Dei tre asili nido pubblici, solo quello di viale Martiri della Resistenza risulta al completo – sottolinea – con un numero di bambini iscritti pari al numero dei posti disponibili. A Villa Redenta – aggiunge – abbiamo tre iscritti in meno nella sezione medio-grandi rispetto all’anno precedente, mentre a San Giacomo, asilo tuttora pubblico ma gestito privatamente dalla cooperativa ‘Il Cerchio’, gli iscritti in meno sono cinque, 3 nella sezione lattanti e 2 in quella medio-grandi. Questi dati – a detta della Bececco – se da una parte presentano una diminuzione della domanda che si sta verificando in tutti gli asili della regione, dall’altra confermano la bontà della scelta fatta con la chiusura della sezione lattanti di Villa Redenta: se ci fossimo mossi diversamente – rimarca – oggi avremmo la bellezza di 20 posti non assegnati, perché agli otto appena elencati avremmo dovuto aggiungere i 12 del nido ‘Il Carillon’, con conseguente impiego di risorse a carico della collettività che non avrebbero certo migliorato la qualità del servizio”. Il vicesindaco, poi, sottolinea come la grave situazione di bilancio ereditata obblighi la giunta Cardarelli a fare delle scelte “in grado di garantire la stessa qualità dei servizi e lo stesso standard di agevolazioni alle famiglie, ma con risorse molto limitate rispetto al passato. L’ipotesi esternalizzazione, che stiamo già vivendo nel nido di San Giacomo e rispetto alla quale faremo una indagine di customer nelle prossime settimane per valutare il livello di soddisfazione delle mamme e dei papà, serve proprio a questo, ossia a coniugare risparmio e qualità, garantendo alle famiglie le stesse tariffe e agevolazioni e permettendo comunque al Comune di mantenere un elevato grado di controllo sulla struttura”. Insomma l’amministrazione comunale spoletina non esclude una collaborazione tra pubblico e privato. Una domanda ora sorge spontanea: cosa accadrà al nido di Villa Redenta?

 

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