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Pasta Julia, pronta la replica dei sindacati alle dichiarazioni di Porzi

Pubblicato il 31 Luglio 2014 12:10 - Modificato il 6 Settembre 2023 02:53

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Manca ormai veramente poco – solo ventiquattro ore – all’ultima assemblea dei soci di Pasta Julia Spa, quella che dovrebbe essere risolutiva per stabilire una volta e per tutte le sorti dello stabilimento spellano di via del Pastificio. Ma le polemiche non si placano. E così dopo la lettera aperta di Angelo Porzi, presidente e socio fondatore dell’azienda, arriva la dura replica dei sindacati. Al centro dell’acceso dibattito come sempre da qualche settimana a questa parte l’affitto del sito spellano che vede da una parte Nico Valecchi di Pasta Julia Srl e dall’altra la Safid di Valigi, Farchioni e Mignini. Per la Flai Cgil e la Fai Cisl è arrivato “il momento della chiarezza e soprattutto della serietà”, dicono in una nota congiunta i due sindacati. Augusto Paolucci e Loreto Fioretti non ci stanno alle accuse a loro rivolte da Porzi e ribattono. “E’ grazie al sindacato e ai lavoratori, che naturalmente sono schierati con chi li tutela e rappresenta – scrivono – che in passato sono state smascherate operazioni volute e presentate da Porzi, che avrebbero messo seriamente a rischio il futuro dell’azienda, come nel caso della newco Julia Srl, che dopo tante promesse, sempre disattese, a numerosi tavoli istituzionali è scomparsa nel nulla. E sono ancora i lavoratori insieme al sindacato – proseguono – a non accettare proposte, come quella della Safid, peggiorativa sia a livello economico (che prevede circa 600mila euro in meno con conseguenze immaginabili su stipendi arretrati e tfr) che occupazionale, visto che – dichiarano – il piano presentato da questi imprenditori prevederebbe la riassunzione di soli 25 lavoratori sugli attuali 47 (35 fissi e 12 stagionali). I fatti ci dicono dunque – ribadiscono – che l’attuale gestione è quella che al momento offre maggiori garanzie per il futuro dei dipendenti”. Per Paolucci e Fioretti l’annuncio di Angelo Porzi di un nuovo soggetto interessato all’azienda potrebbe essere auspicabile se – e solo se – “non si riveli un nuovo fallimento come quelli – spiegano – a cui abbiamo dovuto riparare in passato”. La sigle sindacali si dicono ormai stanche di “comportamenti atti solo ad indebolire e mettere a serio rischio l’azienda per puri interessi di bottega” e chiedono un nuovo intervento delle istituzioni volto a decidere la soluzione migliore a garanzia dei creditori, della continuità produttiva aziendale e soprattutto la salvaguardia di tutta l’occupazione”. E ribadiscono ancora come siano pronte a chiedere, nel caso in cui le loro richieste dovessero essere disattese, “la costituzione di commissione di inchiesta per fare chiarezza su tutti i passaggi di questa vicenda”. 

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