6.6 C
Foligno
sabato, Dicembre 27, 2025
HomeEconomiaLa crisi economica non va in ferie

La crisi economica non va in ferie

Pubblicato il 18 Agosto 2014 11:02 - Modificato il 6 Settembre 2023 02:41

Tienimi informato

Rimani sempre aggiornato sui fatti del giorno

Ultimi articoli

La Foligno del Seicento: arte, devozione e spiritualità in una visita guidata

Oggi pomeriggio un tour esclusivo promosso dal Comune e dalla Diocesi, a cura delle Guide Turistiche dell’Umbria, con l'apertura straordinaria della chiesa del Santissimo Salvatore

Nel 2025 dal Comune 72mila euro per sport e tempo libero

Dall’Atletica Winner al Foligno Calcio, dal Csi al rugby: tutte le cifre stanziate dall’amministrazione in favore di società e associazioni sportive del territorio

Imu, Irpef e bilancio di previsione nell’ultimo consiglio comunale dell’anno

A Foligno la seduta della massima assise cittadina è convocata per lunedì 29 dicembre. Sui tavoli di maggioranza e opposizione anche il Cup e il piano di razionalizzazione delle partecipate

Tutti in ferie, chi può. Infatti il clima vacanziero non fa dimenticare la situazione del territorio della dorsale appenninica, una zona martoriata da vertenze e crisi economica, con 1038 dipendenti e 245 aziende in cassa integrazione nel comprensorio che ingloba Gubbio, Gualdo Tadino, Fossato di Vico, Sigillo, Costacciaro e Scheggia. Nocera Umbra da sola ne conta 26. I dati sono stati elaborati dalla Cgil dell’Alta Umbria, sulla base del Bollettino dell’Informazione statistica sul mercato del lavoro della Regione Umbria a cura dell’Osservatorio regionale sul mercato del lavoro. Per tutte queste poi, come spiega Alessandro Piergentili, responsabile della Cgil Alta Umbria – si è evitato il licenziamento «per effetto della volontà del Governo di chiudere la possibilità di utilizzare l’ammortizzatore sociale cig in deroga». Un risultato per una situazione generale che rimane pesante: «lo stillicidio delle lettere di preavviso di licenziamento dei dipendenti Merloni, il licenziamento dei lavoratori Edilcemento, la prospettiva incerta dei dipendenti Sirio Ecologica ci consegnano una situazione territoriale sempre più preoccupante. Il lavoro e le prospettive occupazionali – continua Piergentili – sono le vere emergenze in questo territorio, altro che il ritornello sull’articolo 18. Il sistema delle imprese e gli stessi imprenditori sono fermi, stabili, senza una capacità d’investimento sui propri prodotti». Piergentili paventa il rischio di un «accartocciamento della situazione sociale ed economica del territorio che potrebbe subire una nuova ondata di emigrazione, verso dove non si sa». La Cgil parla quindi delle proposte dei sindaci come qualcosa di positivo e si schiera, dichiarandosi «disponibile ad azioni, concertate con le stesse amministrazioni comunali, di sostegno». Una via d’uscita dal vicolo cieco potrebbe essere l’accordo di programma. «Non può essere un fallimento, le responsabilità di questo immobilismo devono venire fuori per capire come attrarre investimenti. Servono azioni di Confindustria e della Regione e i sindacati devono mantenere uno spirito unitario per dare certezze e speranze ai lavoratori».

Articoli correlati