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Le lettere del mostro di Foligno: “vedo un bambino..”

Pubblicato il 19 Agosto 2014 14:42 - Modificato il 6 Settembre 2023 02:41

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Solamente pochi giorni fa il quotidiano Libero riportava un’intervista ad un ex carcerato di Livorno, che durante la sua reclusione nella struttura di Prato aveva conosciuto il mostro di Foligno, Luigi Chiatti. Sergio, cinquantenne definitosi “ex pedofilo”, aveva raccontato al giornale diretto da Maurizio Belpietro dello scambio epistolare con Chiatti, nel quale il mostro di Foligno raccontava di sognare animali da scuoiare. Oggi, a distanza di quasi dieci giorni da quell’articolo, emergono nuovi dettagli in merito ad altre lettere scritte da Luigi Chiatti, che nel 1993 venne arrestato per avere ucciso Simone Allegretti di quattro anni e Lorenzo Paolucci di tredici. A rivelarli “in esclusiva” è il settimanale Oggi. “Vedo un bambino di sei-sette anni. – inizia così una delle lettere di Chiatti – Il bambino – scrive – esce da un edificio sotto la pioggia, corre in pigiama leggero, la via che percorre mi dà la sensazione che sia quella dove c’e’ l’ingresso dell’ambulatorio di mio padre a Foligno ad un certo punto lo vedo in un vicolo cieco di un centro storico di città, ha accanto a terra un enorme (quasi come lui) pezzo di pane spezzato e scavato dalla mollica, la punta di un filone di pane, lo mangia spezzando dei pezzi… c’e’ credo anche un altro bambino, li’ si sente al sicuro”. Chiatti – spiega Oggi in una nota – racconta all’amico i suoi sogni, come quello di “armeggiare di nascosto con un dito di mano intero distaccato, tagliato di netto. Non si vedono perdite di sangue… e’ come fosse irrorato di sangue. Mi diverto, lo prendo e lo attacco per pressione tra le dita”. Nelle lettere – sempre secondo il settimanale – compaiono “scarafaggi rossi”, “conigli scuoiati, cotti, lessati, tagliati per lungo a meta”, da fare a pezzi con le mani”, ma anche insetti “da schiacciare”, soprattutto i più piccoli, e “mucche da fare a pezzi con le forbicine della Chicco”. “Il mio fine pena e’ il 19 ottobre del 2015” scrive ancora Chiatti all’ex compagno di detenzione. Ad interpretare i sogni di Chiatti è Luana De Vita, psicoterapeuta, esperta di criminologia, docente all’Università Sapienza di Roma. “L’animale rappresenta qualcuno di indifeso – spiega la psicoterapeuta – far loro del male, in sogno, sintetizza il desiderio di sopraffare. Ma potrebbe anche essere che la mente di Chiatti stia rielaborando i delitti”. Luigi Chiatti sta scontando 30 anni di carcere dopo che in appello gli venne riconosciuta la seminfermità mentale. A confermarla, il 4 marzo 1997, la Cassazione. Scontata la condanna, Chiatti sarà sottoposto ad una misura di sicurezza che prevede un eventuale ricovero in un ospedale psichiatrico giudiziale se dovesse essere riconosciuto ancora socialmente pericoloso. PARLA PAOLUCCI – “Ho gia’ perdonato Luigi Chiatti ma non perdonerei chi lo dovesse far uscire dal carcere se non in condizioni di assoluta sicurezza”. Sono le parole di Luciano Paolucci riportate dall’Ansa, con il papà di Lorenzo che commenta le lettere scritte dal “mostro di Foligno” a un ex compagno di detenzione. Il papa’ di Lorenzo, ucciso a 13 anni, e’ da tempo impegnato per il sostegno all’infanzia con la sua associazione. Paolucci, ricorda che “Chiatti disse in tribunale che e’ nel suo Dna uccidere ancora”. “Se dovesse uscire dal carcere – prosegue – lo vorrei prima incontrare”. IL LEGALE – All’Ansa ha parlato anche Guido Bacino, uno dei difensori di Luigi Chiatti. “Sogni, incubi, dei quali Luigi Chiatti ha gia’ parlato con gli operatori del carcere. Nulla di segreto o di nuovo”. “Si tratta di cose già conosciute” ribadisce il legale che ha difeso Chiatti insieme all’avvocato Claudio Franceschini. “Il contenuto – aggiunge l’avvocato Bacino – non ha nulla a che vedere con la vicenda processuale di Luigi Chiatti. Non c’entrano nulla”.

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