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Combattimenti tra cani e cinghiali: nei guai anche alcuni umbri

Pubblicato il 14 Novembre 2014 18:07 - Modificato il 6 Settembre 2023 01:45

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Ci sarebbero anche alcuni umbri, residenti nel Comune di Valtopina, tra le persone finite al centro di un’indagine condotta dal corpo forestale dello stato su combattimenti tra cani e cinghiali, che ha portato alla denuncia per maltrattamento di animali sette uomini, tra cui alcuni allevatori e proprietari di cani di razza Dogo argentino di Umbria, Lombardia e Marche. Alcuni di loro – secondo quanto reso noto dalla forestale perugina – addestravano i cani per i combattimenti e poi li filmavano con telecamere e cellulari. L’indagine, partita sei mesi e coordinata dalla procura di Urbino, sarebbe scattata a seguito di alcune segnalazioni da parte di cittadini, secondo cui da qualche tempo, in alcune zone dell’Umbria ed in particolare ai confini con le Marche, si tenevano combattimenti clandestini tra cani e cinghiali. Durante alcune di queste “sfide”, nella zona di Cagli, la forestale aveva scattato delle foto in cui venivano ritratti cani intenti a sbranare un cinghiale ed uomini che osservavano la scena. Episodi analoghi anche in Lombardia. Dalle indagini è emerso anche come alcuni uomini residenti nel comune di Valtopina, avrebbero fornito ed addestrato cani utilizzati nei combattimenti. Nell’allevamento umbro, gli agenti hanno trovato anche un esemplare adulto di Dogo argentino che presentava cicatrici recenti, trattate chirurgicamente e compatibili – secondo il corpo forestale dello stato – con i video riguardanti i combattimenti con cinghiali. I sette rischiano ora la reclusione da uno a tre anni e multe fino a 160 mila euro. L’indagine è stata svolta dal personale del corpo forestale di Perugia, Pesaro Urbino, Milano, Lecco, Pavia e dagli uomini del nucleo investigativo per i reati in danno agli animali del corpo forestale di Roma.  

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