Il giorno dopo la firma sull'ipotesi di accordo tra Governo, sindacati e azienda, questa mattina è ripresa l'attività dell'Ast. A questo punto però la decisione definitiva spetta ai lavoratori, che si pronunceranno con un referendum a metà mese. Così dopo 40 giorni di sciopero, con le tute blu in prima linea, ora si spera che la strada sia in discesa. Da oggi, comunque, sono iniziate le assemblee di fabbrica, che proseguiranno fino a sabato, con l'obiettivo di illustrare l'intesa e consentire ai lavoratori di valutare i pro e i contro dell'accordo-quadro sottoscritto ieri (3 dicembre) al ministero dello Sviluppo economico. In sintesi comunque - tra le altre cose - si parla di 100 milioni di investimenti in 4 anni, nessun licenziamento - oltre i 290 esodi volontari incentivati rispetto ai 537 esuberi annunciati inizialmente dall'azienda-, 40 euro retributivi per la domenica, festivi e turni notturni, 40 di indennità di chiamata, mentre per gli appalti dovrebbe rimanere in vigore l'articolo 9 del vigente contratto di categoria con possibili eccezioni. Intanto arrivano commenti e proposte da più parti, anche per il lungo termine. “Garantire il futuro di Ast mediante una nuova società ad azionariato diffuso, autonoma finanziariamente e legata al territorio”. L'iniziativa parte da un comitato di cittadini e operai di Terni, insieme alla deputata umbra di Scelta Civica, Adriana Galgano, ed è stata presentata questa mattina in una conferenza stampa a Montecitorio. “L'accordo di ieri è sicuramente un importante primo passo - dice Galgano - ma affinché l'azienda riprenda il suo ruolo di primo piano, bisogna mettere in campo strategie di lungo periodo, ed in questo senso l'attivazione di una 'public company' ad azionariato diffuso, che sblocchi il fondo strategico italiano, diventa fondamentale”. Anche Mario Bravi, segretario generale della Cgil dell'Umbria, e Maria Rita Paggio, segretaria regionale Cgil e responsabile Industria, hanno commentato la vicenda. “Ora si riapre una prospettiva – dicono in una nota - e deve essere chiaro che questo risultato va ascritto pienamente al merito della mobilitazione continua, costante e tenace dei lavoratori dell’Ast, che ha modificato sostanzialmente le condizioni iniziali sul tavolo. Ora, le istituzioni, a partire dal governo nazionale, devono sostenere questo percorso, a partire dall’attivazione degli strumenti per rendere praticabile il riconoscimento del territorio ternano come area di crisi complessa”.
Ast, dopo l’ipotesi di accordo riprende l’attività
Pubblicato il 4 Dicembre 2014 18:13 - Modificato il 6 Settembre 2023 01:32
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