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Umbria: raddoppia la povertà e cala il Pil

Pubblicato il 4 Febbraio 2015 16:04 - Modificato il 6 Settembre 2023 01:01

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Undici punti di Pil persi in quattro anni. Non sono certo confortanti i dati che emergono dal Rapporto economico sociale dell’Umbria illustrato quest’oggi a palazzo Donini. Un netto calo che supera addirittura quello della media nazionale di 7 punti e scavalca anche il Mezzogiorno che fa registrare un -10,3%.Il già debole tessuto economico della regione è entrato in un tunnel di recessione che ha così portato l’Umbria ad ottenere risultati peggiori rispetto all’Italia. Fra le cause della crisi quella della domanda che si è ridotta drasticamente, soprattutto nell’ambito dei consumi dove la spesa per consumi finali delle famiglie ha subito cali reali per cinque anni consecutivi. A partire dal 2010, la dinamica reale dei consumi nella regione è stata sempre peggiore di quella del reddito prodotto. La lunga crisi ha colpito in modo particolarmente pesante soprattutto i redditi più bassi, con effetti evidenti sull’inasprimento e sulla diffusione degli stati di indigenza. Nel giro di due anni (dal 2010 al 2012) il tasso di povertà relativa in Umbria raddoppia (dal 5% all’11% per le famiglie e dal 7,7% a quasi il 15% per gli individui), dati che si riconfermano purtroppo nel 2013. Tra il 2007 e il 2013 molte le voci di spesa tagliate dalle famiglie: -32,3% della spesa in vestiario, -24,7% in mobili e servizi per la casa. Calano anche le spese per la cura della salute (-17,1%) e quelle per i trasporti (-5,5%). Sono cresciute invece quelle fisse: per l’abitazione (+11,2%), combustibili ed energia (+28,3%) e quella per il cibo che assorbe il 54% del budget familiare. Le stime previsionali del Pil per il 2013 restituiscono all’Umbria un nuovo calo di oltre 3 punti percentuali del Pil. Sebbene lo scenario rimanga incerto, nel 2014, che è stato un ulteriore anno di difficoltà, dovrebbe presentarsi una timida ripresa, attesa da tre anni.

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