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Foligno, Martifagni (Fit-Cisl): “Treni sempre meno sicuri”

Pubblicato il 19 Giugno 2015 11:17 - Modificato il 5 Settembre 2023 23:49

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Treni sempre meno sicuri. Dopo il grave episodio di Milano, anche in Umbria si è registrato un aumento dei casi di aggressioni verbali e fisiche ai capitreno. Precisamente, secondo gli ultimi dati rilevati a partire dal mese di gennaio, si tratta di una crescita del 20 per cento. “Il problema delle aggressioni al personale operante a bordo treno – dichiara Gianni Martifagni, segretario regionale della Fit-Cisl Umbria – è esploso a carattere nazionale. Noi, come sindacato, abbiamo segnalato più volte alcuni episodi, per quanto riguarda il nostro deposito che fa capo a Foligno e nel quale operano tra le 50 e le 60 persone. Da gennaio – spiega il segretario regionale – sono stati segnalati nove casi gravi, che sono molti per una realtà piccola come la nostra”. Ma l’appello del sindacato non e’ solo quello di far interagire le istituzioni per condividere il problema e aumentare i controlli. Da Foligno, come dichiara Martifagni, le proposte in campo sono tre. “La sola direzione regionale – spiega – non riesce ad arginare questo fenomeno dilagante. Dobbiamo, in primo luogo, far interagire quelle che sono le istituzioni e le forze dell’ordine. Successivamente operare attraverso un intervento maggiore a seconda dei ruoli ricoperti, con un presidio di protezione aziendale nel quale alcuni agenti effettuano controlli in ingresso alle stazioni più grandi. Inoltre – aggiunge – istituire squadre volanti e controlli anti evasione in ausilio del capotreno, soprattutto in particolari e rischiose fasce orarie. Terza cosa è dare maggior risalto al titolo di pubblico ufficiale, dotando il personale di un tesserino speciale, nel quale sia evidenziata, in maniera chiara, quale sia la funzione giuridica del personale”. Occorre dunque arginare un fenomeno dilagante che va oltre il non rispetto delle regole, che spesso sfocia in aggressione e rischia di creare pericolosi episodi, come quelli avvenuti negli ultimi giorni anche in Umbria. Il tutto, per evitare che le stazioni diventino, come sottolineato dal sindacato, “vere e proprie cattedrali nel deserto fatte di insicurezza e timore”. Per i passeggeri e soprattutto per i lavoratori del settore.  

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