“Precari dal secolo scorso”. Un amaro gioco di parole usato come slogan, che descrive però in maniera decisamente efficace lo stato d’animo dei trenta lavoratori assunti con la legge 61 del 1998 e che da tantissimi anni vivono nell’incertezza. Incaricati di occuparsi delle pratiche riguardanti il sisma che ha colpito l’Umbria nel 1997 e snellire così il lavoro dei vari enti, il 31 dicembre prossimo rischiano di andare a casa senza aver nemmeno completato il percorso di ricostruzione. Già, perché i loro contratti sono anni che vengono prorogati dalla Regione, che si fa carico di aiutare i Comuni i quali, per colpa di vari vincoli, non possono assumerli. Trenta dipendenti pubblici sparsi tra Nocera Umbra, Valtopina, Vallo di Nera e Monte Santa Maria Tiberina che da lunedì mattina sono in presidio permanente a Perugia, di fronte al palazzo della Regione. Chiedono un incontro, magari già nel consiglio regionale di martedì. L’obiettivo è quello di ottenere un’ulteriore proroga o magari una definitiva stabilizzazione. Lunedì mattina nel gazebo che li ospita hanno fatto capolino anche i consiglieri regionali Andrea Smacchi (Pd) ed Emanuele Fiorini di Lega Nord. “La Regione ha fatto tanto mettendo a disposizione delle risorse economiche per pagare gli stipendi dei dipendenti, ma non è mai arrivata una soluzione tecnico-giuridica – afferma Andrea Smacchi – bisogna lavorare su questo fronte e prenderci quindi un impegno come nuova assemblea legislativa”.
Precari del terremoto, a dicembre scade il contratto. Presidio davanti alla Regione
Pubblicato il 23 Novembre 2015 17:23 - Modificato il 5 Settembre 2023 22:23
Il presidio dei precari del terremoto
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