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Posterna: dopo la commissione, la pratica passa in consiglio comunale

Pubblicato il 19 Marzo 2016 11:49 - Modificato il 5 Settembre 2023 21:04

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Continua a far discutere, e neanche poco, la vicenda che riguarda l’acquisizione delle quattro aree del parcheggio della Posterna che il Comune di Spoleto dovrà pagare alla società Findem per un importo di quasi 100mila euro. Una acquisizione onerosa decisa da una sentenza del Consiglio di Stato che oggi obbliga l’ente a un esproprio sanante dopo che quell’accordo bonario sancito 16 anni fa tra le parti, è ormai venuto meno per il passo indietro fatto proprio dalla società che aveva concesso quelle aree in cambio di un permesso a costruire relativo a quel palazzo della Posterna. Un palazzo su cui pende oggi, tra l’altro, un’altra sentenza, penale in questo caso, che ne decreta, dopo tre gradi di giudizio, la demolizione. Già, perché se all’inizio poteva sembrare una formalità approvare quella pratica portata in I Commissione consiliare per l’esame da parte dei commissari, ciò che è successo qualche settimana fa e nella seduta di ieri fa pensare tutt’altro. E dimostrazione ne è l’acceso dibattito che si è sviluppato nell’ultima commissione presieduta da Stefano Proietti. Sì, perché dopo il rinvio a ieri della riunione di qualche settimana fa, per consentire ai tecnici comunali che hanno seguito la vicenda di riferire sui alcune perplessità sollevate da più parti, ieri i commissari di sono ritrovati “punto e a capo”. Non c’erano infatti quei tecnici che nella precedente seduta i commissari avevano deciso di invitare per fare chiarezza su alcuni punti che chiari, per i commissari, non lo erano affatto. Un proposito andato a monte, dato che i tecnici comunali, Mastroforti e Coccetta, non erano presenti alla riunione, il primo perché, pare, non più compatibile con la vicenda e il secondo perché alle prese con altri impegni. E a poco è servito il tentativo del segretario comunale, Mario Ruggieri, di rassicurare alcuni dei commissari presenti, in particolare Massimiliano Capitani (Pd) e Sandro Cretoni (Gruppo misto) che oltre a ribadire le proprie perplessità su alcune voci dell’atto, che li ha portati poi a votare in maniera negativa quel documento, sul fatto che nulla sarebbe accaduto ai consiglieri, qualora avessero votato a favore, nel caso in cui la società impugnasse la sentenza del Consiglio di Stato che invita il Comune di Spoleto a pagare poco meno di 100 mila euro (circa 40 mila euro in meno rispetto alla cifra iniziale perché il danno patrimoniale non è stato riconosciuto) per sanare un contenzioso che si protrae ormai da diversi anni. Per chiedere poi un importo nettamente superiore, ovviamente. Ma che correlazione c’è tra le aree in questione e il palazzo che, al terzo grado di giudizio, il Tribunale di Firenze ha decretato debba essere buttato giù? Nessuna, in teoria, come ha spiegato Ruggieri, anche se, ad onor del vero, e come hanno sottolineato in primis Capitani e Cretoni, a quell’accordo bonario di 16 anni fa, si arrivò perché il Comune di Spoleto promise il “placet” per la costruzione del palazzo in cambio della cessione di quelle tre aree comprese nei passaggi che portano al parcheggio. Ora la palla passa al consiglio comunale. E anche qui, stando alle premesse, probabilmente il dibattito sarà piuttosto acceso. Unica nota positiva in tutta questa vicenda, è che il Consiglio di Stato, pur confermando la sentenza dl Tar dell’Umbria, ha ridotto da 138 mila euro a poco più di 90 mila la cifra che il Comune di Spoleto dovrà pagare per l’esproprio sanante che farebbe acquisire all’ente le quattro particelle dell’area di 2214 metri quadrati in totale del parcheggio della Posterna ancora oggi di proprietà della Findem. ECCO COME SI E’ ARRIVATI A QUESTA SITUAZIONE – A seguito di varie vicissitudini, il Comune di Spoleto e la Findem srl, il 23 novembre 2000, sottoscrissero un accordo bonario che, tra le altre cose, conteneva l’impegno da parte del Comune di Spoleto per il rilascio del titolo edilizio per la realizzazione di un edificio residenziale su un terreno di Findem compreso nel comparto urbanistico, con il riconoscimento di una volumetria aggiunta, in cambio della cessione bonaria a titolo gratuito di altre aree di proprietà della Findem, sempre all’interno del piano attuativo destinati ai lavori relativi al parcheggio pubblico della Posterna. Il tanto contestato “palazzo” che la Corte di Cassazione, recentemente e in via definitiva, ha riconosciuto come abuso edilizio, ordinandone la demolizione. Nel 2006 veniva concesso a Findem il permesso a costruire con aumento dei volumi. Nel giugno del 2009, uno studio legale, metteva in discussione l’accordo intercorso tra le parti, ritenendo che erano state compromesse alcune condizioni contenute nello stesso. Dopo il rigetto da parte del Tribunale di Spoleto del ricorso fatto da Findem che verteva sull’inibizione dell’accesso alle aree di cantiere, la stessa società di rifiutò di addivenire all’atto di cessione definitiva dell’area. Nel 2013, Findem, chiede al Comune di Spoleto di procedere per la definizione e l’acquisizione delle aree all’emissione del decreto di acquisizione sanante, facendo ricorso al Tar dell’Umbria, che da ragione alla società. Ma il Comune fa appello al Consiglio di Stato, ottenendo nel luglio del 2014 la sospensione della decisione, per poi procedere all’emissione del decreto acquisitivo delle aree interessate sugli espropri. E questa è solo una piccola parte di una lunga e tormentata vicenda di cui, a oggi, non si ha la chiara percezione di come possa concludersi. Fatto sta che, dopo i dovuti chiarimenti ai commissari comunali, e poi il passaggio in consiglio comunale, al Comune di Spoleto non resta che aspettare la prdoossima “mossa” di Findem: si “accontenterà” dei 90 mila euro e chiuderà l’annosa vicenda, oppure impugnerà la decisione del Consiglio di Stato e proseguirà nella sua “battaglia” per avere quel risarcimento ciò che, a suo dire, è dovuto?

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