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Nessun trasferimento irregolare tra Comune, Fils e Vus. “Giustizia è stata fatta”

Pubblicato il 24 Giugno 2016 13:17 - Modificato il 5 Settembre 2023 20:00

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Giustizia è stata fatta. Sono stati anni poco piacevoli, quelli dal 2012 ad oggi, per i sette indagati coinvolti nell’inchiesta relativa al distacco di personale tra Comune di Foligno, Fils Spa e Vus Spa. Alla fine chi non ha ceduto e ha continuato a lottare ha ottenuto il riconoscimento che meritava. Un sospiro di sollievo che tre dei sette indagati, il sindaco di Foligno Nando Mismetti, il suo predecessore Manlio Marini e l’ex presidente di Vus Giorgio Dionisi, hanno voluto condividere con la città in una conferenza stampa. Nel mirino dell’inchiesta c’era il trasferimento di alcuni dipendenti Fils al Comune e da Fils a Vus. Per gli indagati le procedure seguite sono sempre state corrette, per questo di fronte alle sanzioni espletate dall’ispettorato del lavoro i vertici si sono rifiutati di pagare, ecco così che la palla è passata alla Procura. “L’archiviazione del caso ci rende felici – dichiara il sindaco Nando Mismetti – in questi anni la situazione è stata strumentalizzata più volte senza un briciolo rispetto e senso civico, anche durante la campagna elettorale del 2014. Ringrazio tutti coloro che invece ci sono stati vicini ad affrontare questo caso complicato e delicato”. “Era una questione di principio – spiega l’ex primo cittadino Manlio Marini – abbiamo rischiato perché se la magistratura avesse dato ragione all’ispettorato avremmo dovuto far fronte ad una situazione ben più grave, si trattava di una società a totale capitale comunale per cui anche se al di fuori della convenzione Comune- Fils fossero stati fatti dei lavori per la comunità locale, questo non poteva dirsi essere un reato”. Insomma le memorie difensive degli indagati hanno avuto la meglio “Credo che questo sia il momento più bello – commenta Giorgio Dionisi, allora presidente di Vus – poter dire che siamo usciti da questa situazione consapevoli già dall’inizio di aver amministrato bene e ricevere adesso, con l’archiviazione da parte della magistratura, la conferma che le nostre ragioni erano valide”. 

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