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Mismetti di nuovo in affanno, Graziosi e Piccolotti: “Deve dimettersi”

Pubblicato il 13 Luglio 2016 16:34 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:49

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“Quella coalizione è una sommatoria di interessi e asfissiata dalla volontà di mercanteggiare cariche e postazioni”. Intervengono in maniera ferma Elisabetta Piccolotti ed Elio Graziosi, rispettivamente capogruppo di Sinistra italiana e consigliere del Gruppo misto, che intervengono su quanto avvenuto nell’ultimo consiglio comunale di Foligno. Un’assise conclusasi a metà, visto che è mancato il numero legale per parlare della mozione presentata dal sindaco sull’area dell’ex Zuccherificio. A pesare le assenze dei tre “dissidenti” Lorenzo Schiarea, Moreno Finamonti e Roberto Ciancaleoni, alle quali va aggiunta quella di Lorella Trombettoni, ex del Partito democratico e oramai passata al gruppo misto. Un tira e molla, quello della coalizione di centrosinistra ed alcune fronde interne, che ha portato Mismetti a minacciare nuovamente le dimissioni. “Così nessuno può andare avanti – proseguono in coro Elisabetta Piccolotti ed Elio Graziosi – ci vorrebbe uno scatto di dignità a tutela del bene comune. Se non sono capaci di liberarsi da questi appetiti, allora liberino la città da un’amministrazione inutile e immobilizzata e il sindaco dia immediatamente le dimissioni come farebbe chiunque altro nella sua posizione”. I due poi si appellano a tutte le forze di sinistra e progressiste, affinché si possa “invertire la rotta”. Ad intervenire sulla vicenda è anche Riccardo Meloni di Forza Italia: “Rispetto al consiglio comunale di martedì – afferma – il numero legale è stato garantito da Elio Graziosi, consigliere del Pd, ora passato al Gruppo misto, e da Elisabetta Piccolotti, consigliere di Sinistra italiana. Voglio far presente che le opposizioni non si sono rese disponibili a mantenere il numero legale”. Ed effettivamente il numero legale è stato sì garantito dai due, ma solamente per discutere ed approvare l’assestamento di bilancio. Piccolotti e Graziosi avevano giustificato la loro decisione come un gesto di responsabilità dal momento che dell’assestamento fa parte anche un accantonamento di oltre 500mila euro per i fondi rischi sulle partecipate, con riferimento principalmente a Fils. Provvedimento che per i due tutela i 40 posti di lavoro dei dipendenti della partecipata.

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