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Jp, mobilità per 400 lavoratori: sindacati e istituzioni chiedono un incontro alla proprietà

Pubblicato il 30 Luglio 2016 15:42 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:41

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“Due mesi fa la proprietà ci aveva detto che il finanziamento chiesto tardava ad arrivare e che questa situazione creava delle difficoltà, non permettendo all’azienda di essere pienamente attiva sul mercato né in termini di competitività nè di incremento della produzione. Ci eravamo lasciati con l’impegno di un nuovo incontro con il Ministero dello sviluppo economico e le banche, ma quel tavolo non c’è stato”. A parlare è l’esponente della Fiom-Cgil, Luciano Recchioni, che interviene così sulle ultime vicende della Jp Industries di Giovanni Porcarelli, che proprio negli scorsi giorni ha annunciato la messa in mobilità di 400 lavoratori. “Non è stato un fulmine a ciel sereno – prosegue Recchioni – perché che ci fossero delle difficoltà lo sapevamo. Ora però vogliamo avere dei chiarimenti da parte della proprietà, capire cosa sia successo e poi ragioneremo sul da farsi”. FIM, FIOM E UILM – Prossimo step, dunque, un incontro con i vertici della Jp Industries e con quel Giovanni Porcarelli con cui – sottolineano in una nota congiunta le sigle sindacali di Fim, Fiom e Uilm di Perugia e dell’Umbria – “c’è un punto comune”. Ovvero – spiegano Adolfo Pierotti, Simone Pampanelli e Daniele Brizi – “la volontà, esplicitata in tutti gli incontri istituzionali, di creare occupazione stabile per i 700 lavoratori di Jp. Una volontà che tuttavia – proseguono i tre sindacalisti – continua a scontrarsi con una burocrazia che, in questo paese, si conferma di ostacolo allo sviluppo e alla creazione di lavoro”. L’obiettivo dichiarato è uno solo: “evitare che la fascia appenninica si trasformi in un deserto ancor più desolato di quanto non sia già ora”. Le attese, dunque, sono ora tutte per l’incontro con la proprietà, dal quale le tre sigle sindacali si aspettano “novità sostanziali, a partire dalla salvaguardia di tutti i posti di lavoro. Altrimenti – annunciano – metteremo in campo tutte le azioni necessarie alla tutela dei lavoratori e per costringere il governo a rispettare gli impegni presi verso questo territorio”. CIAVAGLIA (CGIL) – Una decisione, quella che sembra aver preso Giovanni Porcarelli, che arriva in concomitanza con l’apertura della nuova statale 77, presentata come arteria chiave per un nuovo sviluppo della fascia appenninica che ha vissuto nel buio più assoluto questi ultimi anni. “Chissà se il Mise e il governo, anche alla luce del fallimento dell’accordo di programma – si chiede il segretario generale della Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia – prenderanno finalmente in mano la situazione, svolgendo quel ruolo di regia tra impresa, sistema del credito e territorio, che appare assolutamente fondamentale, se si vuole davvero uscire da questo pantano. Un pantano – sottolinea – che unisce, come la Quadrilatero, Umbria e Marche, ma per il quale non ci sono nastri da tagliare, né brindisi da fare, ma solo centinaia di posti di lavoro da salvare”. I SINDACI – E parlano di “decisione irricevibile, provocatoria e fuori da ogni regola, che non può essere tollerata” i sindaci dei Comuni di Nocera Umbra, Gualdo Tadino, Fabriano e Sassoferrato che, all’unanimità, ribadiscono come non si debba giocare “sulla pelle e la dignità delle persone che da anni vivono una condizione di difficoltà”. “Il nostro territorio – dicono all’unisono Giovanni Bontempi, Massimiliano Presciutti, Giancarlo Sagramola e Ugo Pesciarelli – rischia ancora una volta di essere fortemente penalizzato e intere famiglie che intravedevano uno spiraglio di luce, ora si ritrovano a vivere paure ed ansie che sembravano poter essere superate. Auspichiamo dunque una mobilitazione generale ed un impegno istituzionale forte e concreto per cercare di risolvere questa delicata questione. Da parte nostra – concludono – siamo già in prima linea per fare chiarezza sulla vicenda. Chiediamo di poter incontrare l’azienda e contestualmente al Mise di riconvocare con urgenza le parti per scongiurare quella che potrebbe diventare una vera e propria catastrofe”.

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