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Roberta, il cancro e un diario. L’ultima pagina: “Ho vinto io!”

Pubblicato il 4 Agosto 2016 09:47 - Modificato il 5 Settembre 2023 19:40

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Roberta Salvati è una 30enne come tante altre, vive a Sant’Eraclio, fa un lavoro che le piace, sta per laurearsi e programma la convivenza con il suo fidanzato Vincenzo. Dal 21 ottobre 2015 niente, però, è stato più come prima per lei. Come ogni mattina si sta preparando per andare a lavoro quando nota una vena gonfia sul collo, alla base della quale sente una piccola ghiandola. Subito il controllo in ospedale, l’ecografia d’urgenza ed in un secondo tutto cambia. Un ospite sgradito si intrufola nella sua vita senza chiedere il permesso, dentro il suo corpo c’è un nemico che non conosce. Linfoma di Hodgkin, questo il suo nome. È il 1° agosto 2016 e niente è più come prima. Roberta ha sconfitto il cancro. Dopo oltre nove mesi di guerra, quel linfoma di 14 centimetri si è arreso e ha lasciato il campo. E adesso niente sarà più come prima. “Il 1° agosto è ufficialmente finito il mio incubo – racconta Roberta ai microfoni di Rgu – la risonanza finale è pulita. È rimasta solo una cicatrice fibrosa di 2 centimetri che però è spenta. Non fa più paura”. La paura, questo il male peggiore da affrontare, forse più dello stesso male. “Accettare la malattia è l’unico modo per combatterla” afferma. “La prima cosa che ho fatto quando mi è stato diagnosticato il cancro è stata andare su internet per cercare storie simili alla mia che potessero trasmettermi sicurezza, trovai qualcosa ma non ciò di cui avevo bisogno – spiega – così pensai di dare inizio a questa avventura scrivendo un diario di bordo per esorcizzare la mia paura e per essere di aiuto a chi in futuro si sarebbe ritrovato al posto mio”. UN DIARIO PER RACCONTARE LA GUERRA CONTRO IL CANCRO – Nasce Dajerobs, una pagina Facebook che oggi conta oltre 10mila “followers”. Un diario che già dal nome vuole essere uno strumento per darsi e dare forza, perché la grinta in questi casi non è mai abbastanza. E Roberta ne ha dovuta tirare fuori tanta. Dopo venti giorni dalla sua diagnosi bussa alla porta un altro avversario, un adenocarcinoma pancratico al quarto stadio pronto ad assalire la mamma. Due duelli ed un’unica battaglia. “All’inizio mio padre si è tenuto tutto dentro perché voleva attendere il risultato della mia pet intermedia – racconta – quando si è reso conto che le mie terapie stavano avendo efficacia ci ha rivelato del cancro che aveva colpito mia madre. Così abbiamo iniziato la nostra avventura, io facevo la chemioterapia il martedì e lei il mercoledì”. Ogni sera la fatidica domanda: “Hai scritto il diario Roberta? Leggimelo”. Insieme contro il male. E insieme a loro tutta l’Italia. “Non mi sono mai sentita sola – continua Roberta – non immaginavo così tanta solidarietà. Il cancro non è una vergogna, non bisogna nascondersi. È importante vedere che tante persone ce la fanno a sconfiggere questo nemico”. Un viaggio di cui Roberta segna ogni tappa e che con il tempo si trasforma in un diario terapeutico. Un viaggio estenuante durante il quale perde la sua compagna più importante. La mamma di Roberta non ce la fa, ma lei non si ferma neanche stavolta e porta a termine la sua lotta contro il male per sconfiggerlo, anche in nome della sua mamma. L’INCONTRO CON PAPA FRANCESCO – Comincia adesso il nuovo capitolo del diario di Roberta. “Avevo espresso il desiderio di incontrare Papa Francesco – confida – sto vivendo una rinascita e quale inizio migliore se non tra le sue braccia”? Tutto il web si mobilita ed anche il vescovo di Assisi, luogo dove il 4 agosto Papa Francesco si reca per una visita privata alla Porziuncola. PROGETTI FUTURI – “In un anno è successo di tutto, sei caduta e ti sei rialzata, dove ti vedi tra un anno?” le chiediamo. “Ho quasi timore a parlare di progetti – risponde la folignate – ho imparato che la vita va presa a morsi e vissuta giorno per giorno, ma ho tanti sogni. Tra un anno mi vedo laureata e sposata, sotto il profilo lavorativo piano piano rimetterò insieme i cocci”. IL DIARIO POTREBBE DIVENTARE UN LIBRO – “A marzo mi ha contattata una giornalista marchigiana che vorrebbe trasformare il mio diario virtuale in un libro – dichiara – stiamo cercando un editore per realizzare il progetto. Io e mia mamma abbiamo solo espresso il desiderio che, qualora si realizzasse, i proventi venissero destinati al Comitato per la Vita Daniele Chianelli”.

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