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Il giro del mondo di Alessio e Marta: “Abbiamo mollato tutto per viaggiare”

Pubblicato il 24 Luglio 2017 14:03 - Modificato il 5 Settembre 2023 16:59

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Basta, mollo tutto e parto per un lungo viaggio”. Una frase che tutti noi, almeno una volta nella vita, ci siamo detti. Magari durante una pesante giornata di lavoro, oppure quando a subentrare è la monotonia di giornate tutte uguali. C’è chi quella frase l’ha trasformata in realtà. E’ la storia di Alessio e Marta, due trentenni di Foligno che hanno deciso di mettere l’essenziale all’interno di uno zaino e partire alla scoperta del mondo. Probabilmente Alessio e Marta il viaggio ce l’hanno sempre avuto nel sangue. Ma la loro storia non può che essere uno stimolo in più per tutti quei giovani inghiottiti dalla noia. Per rendere immortale il cammino, i due ragazzi di Foligno hanno deciso di aprire un account Instagram (@travelingaroundwithus il nome del profilo) nel quale pubblicano una foto al giorno “più o meno alla stessa ora – precisa Alessio –, per cercare di far capire che ogni giorno vale la pena di essere vissuto e ogni giorno ha un momento da ricordare”. La loro storia insieme è iniziata tra un viaggio e l’altro di lui che, di ritorno da una trasferta tra Thailandia e Cambogia, ha partecipato alla vendita del ristorante dei suoi. Cosa c’è di meglio di un posto sicuro nell’attività di famiglia? Non per Alessio che, ceduto il locale, ha deciso di trasferirsi a Barcellona. Sei mesi di lavoro prima di approdare in Sri Lanka e poi a New York. In mezzo qualche fugace apparizione a Foligno, dove i due hanno deciso di incontrarsi di persona dopo le tante chiacchierate telematiche su Skype. L’amore tra Alessio e Marta però viaggia sulle ali di un Boeing e Foligno, si sa, non ha un aeroporto capace di poterlo far decollare. Per essere davvero felici, l’unica cosa da fare è quella di girare il mondo senza più vincoli. A ottobre dello scorso anno decidono così di partire alla volta dell’Australia. Contattiamo Alessio e Marta mentre sono a Cairns, nello stato del Queensland. A breve raggiungeranno l’Indonesia, poi Cina dal nord fino allo Yunnan proseguendo in treno per Vietnam, Cambogia e Thailandia.

Perché iniziare proprio dall’Australia?

MARTA: “Qui c’è il ‘Working holiday visa’, ovvero un visto che ti permette di fermarti un anno o anche due se fai novanta giorni di lavoro nelle fattorie. E’ molto comodo, perché ti permette di stare legalmente, avere un contratto di lavoro e viaggiare. Alessio ha già lavorato fuori dall’Europa, per me invece è un’esperienza tutta nuova, anche se ho già viaggiato molto in tutto il mondo. Il nostro viaggio è iniziato a Melbourne, dove abbiamo lavorato nove mesi per metterci da parte i soldi necessari per girare l’Australia e l’Asia. Il vero viaggio senza lavoro è iniziato da pochissimo: ci spostiamo principalmente a piedi o in autobus, i modi più economici per spostarsi

ALESSIO: “All’inizio di tutto abbiamo aperto un profilo Instagram per permettere ai nostri amici, conoscenti e parenti di vedere cosa facciamo e dove siamo. In più, siamo anche appassionati di foto e ci piace pubblicare quelle più belle. Altro scopo dell’account è quello di creare interesse nei giovani, per spingerli a fare quello che abbiamo fatto noi, ovvero abbandonare la strada segnata per seguire le proprie passioni”.

Come vi state trovando?

MARTA: “Per Alessio questa è un’esperienza già fatta e da quello che mi racconta, ogni volta il suo livello di soddisfazione aumenta sempre di più. Per me invece, che sono nuova a tutto ciò, posso dire che al momento è tutto bellissimo. Credo che tutti dovrebbero fare qualcosa di questo tipo, soprattutto da giovani. Noi abbiamo trenta anni e ci stiamo rendendo conto che siamo tra i più vecchi da queste parti a fare questo tipo di avventura”.

Dove avete lavorato in questo periodo?

MARTA: “Alessio ha una conoscenza più importante dell’inglese e questo gli ha permesso di svolgere lavori più significativi nel settore dell’ospitalità, mentre io ho lavorato in una pasticceria e in un chiosco che faceva ciambelle. Abbiamo lavorato duro tutti i giorni con un turno di riposo settimanale. Dopo una sola settimana in Australia, avevamo già trovato una casa ed un lavoro, quindi quella piccola riserva di soldi che avevamo portato con noi nemmeno l’abbiamo toccata. Ora siamo pronti per mantenere le spese del viaggio che andremo a fare”.

Cosa prevede di specifico?

ALESSIO: “Siamo partiti ad ottobre e, come detto, fino ad inizio luglio abbiamo lavorato a Melborune. Ora stiamo girando l’Australia per poi andare sei mesi in Asia. Per mantenerci ci siamo fissati un budget. Ovviamente la nostra non è una vacanza turistica, quindi cercheremo di mangiare con cibo dei supermercati e dormire in ostelli. Il tutto sempre con lo zaino sulle spalle per spostarci di continuo, cercando però la cosa più economica. Ci siamo fissati un budget giornaliero da non superare. Quando fai viaggi così lunghi devi guardare ogni singola cosa. Spesso infatti dormiamo in camerate dove il bagno è condiviso con il resto delle persone. A volte gli ostelli sono risultati degli autentici flop, ma fa parte del gioco. Facciamo grandi camminate per raggiungere ostelli, stazioni e luoghi di interesse. Momenti difficili ce ne sono, ma servono a farci crescere.

E’ dura?

MARTA: “Pensavo che quella di conoscere te stesso viaggiando fosse un’autentica stupidaggine, una frase fatta. Ed invece è proprio così. Mi credevo adattabile a tutto, ma in delle situazioni mi sono trovata in grande difficoltà. Ho stretto i denti e ho cercato di cavarmela”.

Prima l’Australia, a brevissimo l’Asia. Poi dove andrete?

MARTA: “Sicuramente prima dell’inizio del 2018 non finiremo il nostro giro asiatico. L’idea comunque è quella di tornare a Foligno per salutare amici e parenti, anche se in testa già ci è balenata l’idea di mettere in pratica un altro ‘Working holday visa’. Questa volta in Canada, perché mi incuriosisce molto Vancouver. La formula è la stessa: andare lì per lavorare e poi scoprire tanti posti. Al momento non abbiamo un programma ben preciso, ma l’idea è ovviamente quella di girare tutto il mondo.

Ci raccontate un momento brutto di questa esperienza?

MARTA: “Dobbiamo fare una premessa. Io sono una maniaca del controllo e della pianificazione, mentre Alessio è più ‘soft’, all’acqua di rose. E’ per questo che a volte abbiamo delle difficoltà dal punto di vista organizzativo-decisionale. Comunque il momento peggiore è stato sicuramente quando abbiamo visitato Port Macquaire, un piccolo paesino dove volevamo visitare un posto magnifico per riprendere il tramonto. Siamo andati lì a piedi, ma il vero problema è stato tornare. L’autobus che doveva riportarci indietro costava tantissimo e prevedeva il pagamento in denaro, mentre noi avevamo solo una carta di credito. Così, ci siamo dovuti fare dieci chilometri al buio, per di più dopo aver aspettato trenta minuti un mezzo  che non abbiamo potuto prendere. Aggiungo anche che Alessio odia le attese, mentre io sono più ‘lagnosetta’ e l’idea di camminare in quelle condizioni non era il massimo. Credo di aver detto tutto…”

E se dovete pensare ad un momento bello?

MARTA: “Ce ne sono tanti. Anzi, tantissimi. Tra tutti il contatto con gli animali. Ad esempio quando in una riserva naturale abbiamo visto i wallaby, dei canguri molto piccoli. Ma l’emozione più grande è stata senza ombra di dubbio aver avvicinato un Cassowary. Si tratta di un uccello in via di estinzione che si trova solo in Australia. Ne esistono solamente 1.500 esemplari. Lo abbiamo trovato dopo un cammino in mezzo alla foresta pluviale, la più antica al mondo, che si trova nella parte a nord dell’Australia. Alla fine, dopo tante ricerche, lo abbiamo trovato. Alessio gli ha anche camminato vicino per qualche metro. Poi, tornati a casa, ci siamo documentati più approfonditamente sul Cassowary, scoprendo che può diventare anche molto aggressivo e può fare molto male con i suo artigli. Dopo un attimo di sgomento, ci siamo fatti una bella risata”.

Cosa vi manca di più dell’Italia?

ALESSIO: “Il prosciutto!”

MARTA: “Senza ombra di dubbio il cibo è al primo posto della classifica. Per noi italiani la cucina è un forte fattore culturale. Non compriamo qui prodotti italiani perché sappiamo che non sono gli stessi, tranne se vai in negozi specializzati ma che propongono merce a prezzi esorbitanti. Mangiamo molto asiatico: cucina vietnamita, tailandese o sushi, ma il cibo italiano ci manca tantissimo. Quello che poi a me manca tanto è il mio cane e i cani in generale: quando ero a Foligno andavo spesso a fare la volontaria in canile. Ci mancano moltissimo anche i nonni. Alessio ha la fortuna di averli tutti, io invece ne ho ancora tre. Loro ci viziano, con loro passiamo sempre i sabati e le domeniche a pranzo.

ALESSIO: “Viaggiare credo sia il metodo migliore per curare la miopia rispetto al posto dove siamo nati. Quando viaggi e sei lontano, riesci a capire la ricchezza che hai nel luogo in cui vivi. Siamo amanti del viaggio e della scoperta, ma più lo facciamo e più ci rendiamo conto di quanto è bella casa nostra e l’Umbria in generale”.

MARTA: “Ovviamente ci mancano anche gli amici e le nostre tradizioni, ma non certo una casa fissa o una stabilità. Però si, ribadisco che i nonni ci mancano tanto”.

E cos’è che non vi manca?

MARTA: “La parte brutta del folignate che tutti conoscono. La noia che a volte può uscire fuori rispetto al posto in cui viviamo. La routine, la quotidianità, la prevedibilità e la poca apertura mentale delle persone. A volte la gente ti butta addosso troppa negatività. Quando sei in viaggio vedi talmente tante cose belle che sei felice per ogni cosa. Quando invece sei annoiato ti lamenti e tendi ad essere negativo e non hai stimoli né li cerchi. E’ bellissimo stare con gli amici e con la famiglia, ma non va bene sentirsi addosso degli obblighi.

Cosa dite ai vostri coetanei e, in generale, ai giovani?

MARTA E ALESSIO: “Con la nostra storia, vogliamo spingere i giovani a ripetere la nostra esperienza, per aumentare le proprie conoscenze di vita. Di solito si prende la strada più comoda o magari quella che si conosce, soprattutto in una città come la nostra. Noi invece siamo una coppia felice e stiamo bene perché condividiamo le nostre passioni. Certo, i momenti negativi non mancano perché il viaggio ti mette alla prova, ma sono molti di più quelli positivi!”.

 

Fabio Luccioli
Fabio Luccioli
Direttore di Radio Gente Umbra e Gazzetta di Foligno

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