Anche in Umbria arriva il momento dei saldi invernali. Dal 5 gennaio, infatti, molti abiti, calzature ed accessori saranno di nuovo venduti a prezzi ridimensionati in tutto il paese, anche se Basilicata e Valle d’Aosta hanno preceduto le altre regioni. Sessanta giorni, dunque fino al 4 marzo, nei quali secondo le stime dell’Ufficio Studi di Confcommercio Umbria le famiglie spenderanno mediamente 331 euro. Nel periodo natalizio la vendita al dettaglio in Umbria ha segnato una ripresa troppo debole, ciò desta grande preoccupazione in particolare tra gli operatori dei centri storici che, oltre ai problemi del comparto, devono subire la crisi delle acropoli. Non è bastato l’impegno profuso nel creare nuovi elementi di attrazione e la speranza è, dunque, quella di lavorare maggiormente in questo periodo. Confcommercio stima al ribasso, rispetto all’anno scorso, il valore degli acquisti in saldo ma ritiene che i consumatori potranno fare ottimi affari, sia per la propensione dei commercianti a partire da subito con importanti sconti che per il mancato aumento dell’Iva, causa per la quale la confederazione si è fortemente battuta. “Anche se veniamo da un Natale poco soddisfacente – sottolinea il presidente di Federmoda Confcommercio Umbria Carlo Petrini – vogliamo guardare a queste vendite promozionali con ottimismo, perché rimangono ancora una fase cruciale sia per le imprese del retail che per le gli investimenti annuali dei consumatori in abbigliamento e calzature. Attualmente, in modo anomalo rispetto a tante altre regioni italiane – spiega Petrini – (le vendite promozionali) sono liberalizzate, e questo genera una vera e propria giungla di offerte anche a ridosso dei saldi, vanificandone l’effetto, creando forme anomale di concorrenza e confondendo i consumatori. Siamo peraltro perfettamente consapevoli – conclude il presidente Federmoda Confcommercio Umbria – che le imprese del settore devono fare i conti non solo con la crisi dei consumi e le regole da rivedere, ma con un nuovo modo di consumare, legato al commercio elettronico, che anche in Italia sta crescendo in maniera sempre più elevata. Da almeno 3 anni Confcommercio lavora per aiutare le imprese a diventare sempre più cross-canali, a farsi trovare sul web, ma anche e soprattutto a potenziare ed evidenziare quegli elementi di valore e specificità che rendono unica e speciale per il consumatore l’esperienza di acquisto nel negozio fisico”.
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