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Liste d’attesa e assistenza domiciliare, a Spoleto incontro sulla sanità organizzato dalla Cgil

Pubblicato il 25 Febbraio 2018 11:40

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Si è parlato di assistenza domiciliare e anche di liste di attesa in occasione dell’incontro che lo Spi Cgil di Spoleto coordinato da Ladislao Cerasini ha voluto organizzare per venerdì 23 febbraio al ristorante Zengoni, e a cui hanno partecipato anche i massimi vertici regionali della Cgil. Due argomenti, in qualche modo, uno legato all’altro, dato che potenziare la prima potrebbe contribuire in maniera determinante a contenere le lungaggini e gli improponibili spostamenti da parte dell’utenza che soffre di quelle patologie definite, solo per priorità assistenziale, di “serie B”. Ma tra gli argomento trattati, e su cui ha risposto l’assessore regionale alla Sanità, Luca Barberini, c’è stato anche il costituendo terzo polo, che, a detta dell’assessore della Regione dell’Umbria, in qualche modo ha già iniziato quella che è la sua funzione, ovvero l’integrazione dei servizi sanitari tra i nosocomi di Spoleto e di Foligno, senza dimenticare ovviamente la Valnerina. “Le liste di attesa dobbiamo affrontarle con più energia, anche se c’è troppa inappropriatezza – ha tenuto a sottolineare Barberini – si fanno esami diagnostici anche quando non ce n’è bisogno. Dobbiamo fare di più per particolari categorie, per chi è affetto da neoplasie, per l’infanzia e gli anziani, a cui bisogna dare risposte in fretta e nei territori di competenza”. Legata in qualche modo alle liste di attesa c’è poi l’assistenza domiciliare per patologie verso le quali si può intervenire a casa del paziente “Basterebbe mettersi intorno a un tavolo e discuterne – ha detto Alessandro Laureti, ex direttore sanitario dell’ospedale di Foligno ma anche ex medico del nosocomio di Spoleto, nonché uno dei saggi che ha redatto qualche mese fa il famoso documento per l’integrazione dei due nosocomi – oggi si fanno 80 visite domiciliari al giorno, solo a Spoleto, ma sono poche rispetto a quante altre se ne potrebbero fare”. Un invito che l’assessore Barberini ha fatto suo, per poi dire la sua rispetto all’integrazione dei servizi sanitari tra gli ospedali di Spoleto e Foligno, in realtà, secondo lui, è già iniziata. “Sono state fatte scelte importanti, come l’acquisto del robot Da Vinci di ultima generazione per l’ospedale di Spoleto per quella che è stata una spesa di circa 3 milioni di euro – ha detto – e ci sono già i fondi per l’adeguamento antisismico dello stesso presidio. Premesso che entrambe gli ospedali di Spoleto e Foligno resteranno presidi di emergenza-urgenza, per quanto riguarda l’integrazione dei servizi tra i due ospedali, per quanto riguarda la Chirurgia, il primario di Foligno, 2 o 3 volte a settimana, opera anche a Spoleto, e così funziona anche per quanto riguarda il settore dell’oculistica già da tempo. I presidi sono due, e non vogliamo togliere né da una parte né dall’altra”. E il chirurgo in questione che a Spoleto opera 2 o 3 volte a settimana è colui che oggi è stato nominato primario al nosocomio di Foligno, Graziano Ceccarelli. Una “vecchia” conoscenza dell’ospedale di Spoleto da cui andò via qualche anno fa per guidare il reparto chirurgico dell’ospedale di Arezzo”. Ma c’è di più, secondo quanto affermato dall’assessore Barberini. “Ci sono anche i fondi per risistemare completamente l’ospedale di Norcia e potenziare il servizio di riabilitazione di Cascia”, sono state le sue parole. TDM – Il Tribunale per i Diritti del Malato di Spoleto scrive al direttore sanitario della Usl 2, Imolo Fiaschini. Lamentando alcune defezioni registrate all’interno del nosocomio spoletino in alcuni settori specifici. Il primo di questi riguarda la Cardiologia. “In attesa di un concorso per l’assunzione delle unità mediche necessarie, sarebbe conveniente che , attraverso l’istituto della mobilità, cardiologi di altri presidi supportassero la Cardiologia di Spoleto – scrive il Tdm – problemi di carenza di personale riguardano anche la Rsa intraospedaliera, dove il paziente anziano e spesso disabile, ha una sua specifica fragilità, nei cui confronti è doverosa la massima attenzione assistenziale”. E poi c’è il primariato di Oncologia, di cui “attualmente l’Usl 2 ne è priva – prosegue il Tdm – nell’0spedale di Spoleto esistono le strutture in grado di dare risposte adeguate. Un segnale importante per la costruzione del Terzo polo ospedaliero e il giusto riconoscimento di professionalità del San Matteo”.

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