La fila per visitare la Villa dei mosaici è l’emblea di una scommessa vinta. Scommessa partita nel 2005, quando nella zona di Sant’Anna di Spello furono trovati i primi reperti di quella che è la villa di epoca romana attorno alla quale è stato creato un vero e proprio museo. Scavi e scoperte che non rimarranno dunque all’aria aperta, ma che potranno essere ammirati attraverso un percorso museale che prevede anche visite in 3D, in quelli che verosimilmente erano gli spazi della Villa romana di Sant’Anna. I mosaici che disegnano i pavimenti rendono la scoperta archeologica tra le più straordinarie mai avvenute in Umbria, garantendo a Spello un appeal ancor più internazionale. Quasi 500 metri quadrati di restauro, per dieci ambienti dai pavimenti a mosaico che lasciano senza fiato grazie anche alle decorazioni policrome delle pareti. L’inaugurazione della residenza di età Imperiale è avvenuta sabato mattina alla presenza di numerose autorità ma soprattutto di un folto pubblico, che ha affollato il museo di Sant’Anna formando una lunga fila per potervi entrare. La struttura, grazie alla sua multimedialità, permetterà ai visitatori di viaggiare indietro nel tempo grazie all’utilizzo di tecnologie all’avanguardia. Gli studi hanno individuato due fasi costruttive distinte: la prima di età augustea e la successiva di età imperiale, anche se l’identità del proprietario è ignota. La Villa romana si va ad aggiungere ai già numerosi tesori di Spello. I visitatori potranno, ad esempio, visitarla con un unico biglietto che comprende anche l’ingresso alla Pinacoteca comunale, così come potranno abbinare anche la visione delle Torri di Properzio dall’interno. “Ritrovare una villa romana è sempre un evento straordinario – afferma il sindaco Moreno Landrini –, ma nel caso di Spello lo è ancora di più, sia per la qualità e la dimensione, che per lo stretto rapporto con la città”. Per il primo cittadino, “il 24 marzo rimarrà una data storica, perché la Villa apre le sue porte con una veste museale unica nel suo genere, che ne farà un significativo punto di riferimento archeologico a livello regionale, nazionale ed internazionale”. “Come tutte le inaugurazioni – precisa la governatrice dell’Umbria, Catiuscia Marini – è doveroso porsi il problema del giorno dopo, quando il museo dovrà avviare una gestione efficiente sotto il profilo della sostenibilità economica, volta anche a favorire la partecipazione della comunità alle attività culturali e lo sviluppo territoriale integrato”. Per l’occasione, all’interno del museo è stata realizzata anche una speciale Infiorata, a testimonianza del “trait-d’union” tra le varie realtà cittadine. Nel suo intervento, Landrini ha inoltre letto un passaggio della lettera inviata dal Quirinale, con il saluto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella che non ha potuto partecipare all’inaugurazione dopo la fugace visita degli scorsi mesi. Per Marcello Barbanera, dell’università “Sapienza” di Roma, “una iniziativa come l’inaugurazione di oggi potrebbe sembrare singolare e in controtendenza in un Paese in cui esistono già numerosi musei e siti archeologici, la cui gestione è onerosa e difficoltosa”. E’ per questo che, secondo Barbanera, il museo “dovrebbe diventare un luogo popolare, nei cui spazi le persone possano entrare con voglia di imparare e non in base a un obsoleto senso della cultura”.
E’ possibile vedere le immagini dei mosaici attraverso questo link (clicca qui)